Appello ai sindaci:
«Più disponibilità
per l’accoglienza»

di Magda Biglia
L’incontro di ieri mattina tra i sindaci e l’amministrazione provinciale per discutere dell’accoglienza ai profughi
L’incontro di ieri mattina tra i sindaci e l’amministrazione provinciale per discutere dell’accoglienza ai profughi
L’incontro di ieri mattina tra i sindaci e l’amministrazione provinciale per discutere dell’accoglienza ai profughi
L’incontro di ieri mattina tra i sindaci e l’amministrazione provinciale per discutere dell’accoglienza ai profughi

«Più controlli per verificare gli standard dell’accoglienza e i parametri igienico sanitari, oltre che per monitorare strutture e gestori, associazioni, cooperative, privati; proporzionalità dei gruppi rispetto alla popolazione, premialità per i Comuni disponibili, più informazione sugli arrivi e sugli spostamenti».

È lungo l’elenco delle richieste che i Comuni inoltreranno alla Prefettura sulle modalità di gestione del flusso dei profughi, con un invito particolare ai 125 Comuni che mancano all’appello dell’ospitalità per poter realizzare davvero una microdiffusione sul territorio.

SOLO se in tanti aderiranno, si potranno davvero contenere i numeri, invece che gravare sempre sugli stessi, e si potranno gestire sempre più correttamente le situazioni.

Il documento, che sarà sottoscritto da Acb, l’Associazione comuni bresciani e dalla Provincia, è il frutto di un incontro avvenuto ieri pomeriggio in Broletto a cui hanno partecipato il presidente della Provincia Pierluigi Mottinelli, il presidente di Acb Gabriele Zanni, sindaco di Palazzolo, e la consigliera provinciale con delega all’Immigrazione Laura Parenza, insieme a sindaci o assessori invitati dai paesi dove già sono alloggiati i richiedenti asilo.

Un incontro voluto proprio per trovare assieme soluzioni ai problemi, anche dopo le irregolarità emerse in questi giorni nella Bassa.

Il documento verrà inoltrato alla Prefettura dove, alla richiesta di maggiori controlli e informazione, si risponde con un’altra richiesta, «collaborazione».

«Una collaborazione, benvenuta anche nei controlli, che ha visto già il primo passo concreto nel tavolo con il sindaco di Montichiari Mario Fraccaro e le realtà impegnate nel paese, pubbliche e private. Sarà il primo di una serie di incontri, imminente quello per Brescia città la prossima settimana, poi estesi negli altri ottanta luoghi interessati», fa sapere dal Broletto il Capo di Gabinetto Giovanna Longhi. Da cinque giorni è tornata la calma, non si sono verificati nuovi arrivi e parecchi profughi se ne sono andati volontariamente.

«È IMPORTANTE osservare il livello della qualità, la presenza dei corsi di italiano, di altri progetti, di borse lavoro, anche per chi sta negli alberghi» ha rimarcato l’assessore cittadino Marco Fenaroli.

«I controlli servono a tutelare i cittadini ma anche gli stessi profughi», ha ripetuto Fraccaro. Mentre Mottinelli ha ribadito che «tutti i Comuni devono aprirsi all’accoglienza». Non solo criticità, che ci sono, alcuni amministratori hanno raccontato di esperienze positive, bene organizzate. Come il sindaco di Bedizzole, Giovanni Cottini con 10 ivoriani in alloggi privati seguiti da «Puerto Escondido», il sindaco di Calvisano Giampaolo Turini, con 5 dello Sprar e Adl Zavidovici, più 4 nella parrocchia con Caritas. O come il vice sindaco di Caino Giovanna Benedini con 4 profughi impegnati in lavori socialmente utili, più 5 in arrivo o il sindaco di Borgo San Giacomo Giuseppe Lama, con 36 seguiti da Caritas e «Tempo Libero» alloggiati in abitazioni.

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