Tanti camuni in trasferta per la festa di Aprica che «risveglia» l’erba

di L.FEBB.

Anche stavolta hanno fatto a gara a chi faceva più fracasso utilizzando ogni sorta di campanacci, corni e altri strumenti; compresa una mini fisarmonica. Così, sabato sera all’Aprica si è rinnovato l’antichissimo rito propiziatorio del «Sunà da Mars»: un’usanza ancestrale con la quale i nostri avi invitavano l’erba al risveglio dopo il lungo sonno invernale sotto un’alta coltre di neve che nessuno, purtroppo, vede più. ORMAI anche in questa località il mondo contadino ha ceduto il passo all’industria del turismo. Eppure il Sunà da Mars è ancora radicato tra la popolazione. Come previsto nel programma che si tramanda di generazione in generazione da tempo immemorabile, nelle sei contrade di Aprica (San Pietro, Santa Maria, Dosso, Liscedo, Liscidini e Dosso) alle 20 si sono formati i cortei che si sono poi riuniti sul corso principale in un unico serpentone chiassoso che ha raggiunto la nuova piazza. In questo grande slargo si sono svolte le premiazioni dei gruppi valtellinesi e camuni che hanno partecipato all’evento insieme ai sei rioni aprichesi. Tra quelli della valle dell’Oglio spiccavano per colori e rumorosità Corteno Golgi, Santicolo, Sellero, Saviore e la numerosa rappresentanza della vicinia di Doverio. «È uno dei nostri eventi clou dell’inverno, che si rifà a uno storico cerimoniale - spiega il sindaco Dario Corvi - e che ci ricorda le nostre origini agricole. Da qualche anno sono state introdotte alcune novità, tra le quali sicuramente quella più apprezzata è l’invito rivolto alle comunità confinanti: questa sera sono presenti ben 16 gruppi delle province di Sondrio e di Brescia, e uno è arrivato dalla vicina Val Poschiavo, in Svizzera. La loro partecipazione è significativa, perché testimonia che anche in altri luoghi non vogliono dimenticare le tradizioni della montagna». Al termine della consegna dei riconoscimenti e dopo l’ennesimo assordante concerto, udito a chilometri, c’è stato il passaggio a Mavigna del campanaccio simbolo della manifestazione, che rappresenta il Comune di Aprica e che a ogni edizione passa da una contrada all’altra.

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