Valsabbia, il
«Progetto rospi»
si moltiplica

di Paolo Baldi
Il lago di Bongi, a Mura, è in pole position per una nuova campagna Un baby volontario a IdroBambini della elementare di Barghe durante il salvataggio 2017
Il lago di Bongi, a Mura, è in pole position per una nuova campagna Un baby volontario a IdroBambini della elementare di Barghe durante il salvataggio 2017
Il lago di Bongi, a Mura, è in pole position per una nuova campagna Un baby volontario a IdroBambini della elementare di Barghe durante il salvataggio 2017
Il lago di Bongi, a Mura, è in pole position per una nuova campagna Un baby volontario a IdroBambini della elementare di Barghe durante il salvataggio 2017

La natura non è un bene riproducibile, e quando un pezzo di mosaico va perso l’intero disegno inizia a sfaldarsi. Proteggere ogni tessera è un investimento sul futuro, ed è grazie a questa consapevolezza che in Valsabbia è stato possibile raccogliere finanziamenti pubblici (e forse privati) e tanto lavoro volontario per un risultato straordinario: triplicare l’originaria edizione del Progetto rospi. La storica campagna attuata sulla sponda orografica sinistra del lago d’Idro sta per essere affiancata da un punto di salvataggio anfibi sul territorio di Barghe, in località Ponte Re, e da un secondo intervento (non ancora certo finanziariamente parlando, ma molto probabile) a Mura, lungo le sponde del bellissimo lago di Bongi. Per arrivare a questo risultato è stato necessario un lavoro di «promozione» negli uffici pubblici e nell’associazionismo locale da parte dei volontari del Progetto rospi e delle guardie ecologiche volontarie della Valsabbia, e i risultati sono arrivati. Partendo da Barghe, il piano presentato riguarda l’ormai ultima popolazione ancora vitale di rospo comune lungo il tracciato della vecchia statale del Caffaro. Nel tempo, l’intenso traffico anche notturno ha avuto effetti pesantissimi sugli anfibi che in primavera attraversano la provinciale 237 per andare a deporre le uova nel Chiese (incontrando anche muri, recinzioni e mille altri ostacoli artificiali) e proprio tra Nozza e Ponte Re si registra ogni anno una vera strage. PER SALVARE questo nucleo residuo i volontari hanno fatto appello al settore Strade della Provincia, guidato dal consigliere delegato Antonio Bazzani, e al presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini, e approfittando di un cantiere aperto nei mesi scorsi proprio a Ponte Re, i due enti hanno finanziato la posa di due speciali sottopassi inseriti nella controstrada sterrata che corre parallela alla provinciale, a sinistra della stessa in direzione Nord. Ci ha pensato l’impresa Gasparini di Idro, che vista la finalità dell’operazione ha deciso generosamente di ridurne il costo. Contemporaneamente i lavori del Broletto sulla ex statale hanno «riaperto» due grandi sottopassi prima ricoperti dalla vegetazione, e adesso manca il completamento del piano. Grazie alla sollecitazione del sindaco Gian Battista Guerra, i volontari di Protezione civile e Gruppo alpini si sono messi generosamente a disposizione per collegare i due piccoli sottopassi (e questi ultimi a quelli principali) con 500 metri di barriera temporanea: servirà a canalizzare gli anfibi impedendo, almeno per un tratto di strada, che finiscano uccisi sull’asfalto. Plastica e picchetti della barriera hanno un costo, che non è ancora coperto. La sezione di Brescia della Lipu, quella dell’Enpa e quella della Lac, tutte attive nel Progetto rospi a Idro, hanno offerto il proprio sostegno, e l’Enpa ha anche messo a disposizione per le donazioni la propria pagina Facebook, Paypall all’indirizzo sostienici@enpabrescia.it e il proprio conto corrente (Iban IT 22 J 0311111270000000053057, causale «salviamo il bufo bufo»). IL TRAFFICO notturno è la causa di una grande moria di rospi comuni (e non solo) anche attorno al lago di Bongi, e le guardie ecologiche della Valsabbia hanno lavorato molto per cercare di realizzare un intervento di protezione anche qui. In questo caso, oltre al Comune guidato dalla sindaca Angiola Flocchini, che sta sostenendo con sensibilità l’operazione, sulla scena c’è ancora la Comunità montana della Valsabbia, affiancata da Enel Green Power: gestisce la piccola diga che dà origine al lago e già lo scorso anno aveva attuato un intervento salvarospi legato però strettamente alla struttura dell’impianto. Pubblico e privato stanno lavorando a una bozza di convenzione e di cofinanziamento della campagna, che in questo caso prevede l’acquisto di alcune centinaia di metri di barriera in plastica e la collocazione di un sottopasso stradale; naturalmente coi medesimi scopi del progetto di Barghe. La posa dei materiali? Se arriveranno i fondi e si procederà all’acquisto ci penseranno sempre, insieme alle Gev della Valsabbia, i volontari del posto: Protezione civile, Gruppo alpini, cacciatori e pescatori. E anche il gestore del piccolo ristorante stagionale che si affaccia sul lago ha promesso di dare una mano. Finiamo con l’operazione che ha dato il via a tutto molti anni fa. Lo scorso anno le gestione delle Gev valsabbine (e il lavoro di tanti volontari) delle attività a Idro ha permesso di salvare ben 15 mila rospi comuni dal traffico, e anche sulla sponda dell’Eridio si sta lavorando al prossimo avvio della migrazione riproduttiva. Nuovamente le guardie ecologiche (della Valsabbia, della Provincia e dell’Alto Garda) potranno contare sul prezioso aiuto del Gruppo alpini nella posa delle barriere lungo la comunale tra Crone e Vesta; ma anche su quello dei bambini (e delle relative famiglie). Sì, perchè anche quest’anno, come avverrà nelle primarie di Barghe, Mura e Roè Volciano, gli attivisti del Progetto rospi rinnoveranno gli interventi didattici nella elementare del paese, e dopo una presentazione della campagna in classe, i ragazzini saranno coinvolti in uscite notturne per assistere alle affollatissime «nozze» sotto le stelle degli anfibi. •

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