LA COMMEDIA ILLUSTRATA

di Luciano Costa
Dettaglio di una china   realizzata da Anselm Roehr
Dettaglio di una china realizzata da Anselm Roehr
Dettaglio di una china   realizzata da Anselm Roehr
Dettaglio di una china realizzata da Anselm Roehr

Dante riposa in pace da 700 anni, di lui le cronache hanno forse detto tutto e per lui gli storici hanno inventato la rilettura della rilettura per capire se e come una parola fosse stata sottovalutata. Ma libri e ricerche offrono ancora spunti degni di attenzione. «La Divina Commedia illustrata da Anselm Roehr», presentata al Museo Diocesano, è il miglior modo per dire al Poeta che la sua Commedia ancora smuove sublimi pensieri e suscita infinite emozioni. Pensieri ed emozioni sono nel volume di SilvanaEditoriale curato da Irene Tirloni, giovane e tenace nel sottolineare «l’opportunità di storicizzare un’opera che si inserisce a pieno titolo nel novero dei prestigiosi illustratori che si sono misurati con le terzine dantesche». Qui emerge, con leggerezza estrema, quasi soffusa, ma con fascino che via via aumenta, l’opera di Roehr. «Nel groviglio di linee – scrive Giacomo Canobbio nell’introduzione che pare fatta per “dare contorni alla Luce” -, nei tratti appena percettibili, nelle figure abbozzate, l’osservatore non frettoloso riesce a intravedere il dipanarsi di un’ascesa verso una Realtà che affascina e costringe al silenzio stupito…». Forse lo stesso che avvolge l’opera che Roehr «lascia in eredità a chi sa aprire gli occhi sulla Luce sfolgorante che nessuna linea pretende di costringere». Roehr è venuto dalla Germania, ma la sua dimora dal 1985 l’ha trovata sul lago di Garda, prima a Tremosine e poi a Gardone Riviera. Portava con sé il mestiere di «facitore e decoratore del vetro», ricerche coraggiose sull’uso del «metallo trasparente». L’amico tedesco divenuto gardesano, ripresa per mano l’essenza dell’arte, affidò le sue opere, realizzate prevalentemente a china, a cartoni e carta via via raccolti in contenitori. L’arte di Anselm Roehr, morto a Gardone Riviera nel 2010, adesso rivive in pagine che lodando le meraviglie raccontate da Dante le anima con luce nuova, le riveste di sentimento delicato, le mischia alle parole per trarne pensieri capaci di accomodare la via che porta oltre «la selva oscura» verso l’infinito cielo. L’artista ha donato 90 disegni, auspice l’allora direttore don Giuseppe Fusari, al Museo Diocesano di Brescia poco prima di morire. Qualche tempo fa, un’associazione svizzera con sede a Zurigo, per arricchire una mostra su Dante già programmata a Firenze, chiese al Museo Diocesano il prestito di alcune opere di Roehr. Causa pandemia la mostra a Firenze restò un sogno. Prese invece consistenza, anche grazie alla disponibilità della vedova Viola von Alvensleben, l’idea di un volume in cui confluissero i disegni che volevano illuminare lo spettatore «in un viaggio – ha detto il direttore del Museo Gabriele Filippini - in cui le immagini traducono i versi danteschi prescelti».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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