Simoni torna alle origini tra flashback e futuro

di Magda Biglia
La copertina della pubblicazione targata Tea editriceGianni Simoni: 84 anni, bresciano, magistrato e scrittore
La copertina della pubblicazione targata Tea editriceGianni Simoni: 84 anni, bresciano, magistrato e scrittore
La copertina della pubblicazione targata Tea editriceGianni Simoni: 84 anni, bresciano, magistrato e scrittore
La copertina della pubblicazione targata Tea editriceGianni Simoni: 84 anni, bresciano, magistrato e scrittore

Un flash back e un ritorno al futuro. Sono i due racconti riuniti nell’ultimo libro di Gianni Simoni, noto giallista bresciano, che prende il titolo dal racconto che apre, «La prima indagine del giudice Petri»; l’editrice, come sempre, è Tea. È alle prime armi il giovane sostituto che abbiamo imparato a conoscere come pensionato investigatore, è alle prime armi il giovane ispettore Salvatore Miceli che, pure lui, ai tempi nostri ha passato il testimone in questura a una commissaria, Grazia Bruni. Nasce lì, così, la collaborazione che avrebbe accompagnato non soltanto la carriera, ma tutta la vita dei due. Carlo Petri, contro il parere della madre che lo sognava maestro come il padre e come il nonno, ha studiato Legge, è appena diventato pubblico ministero al Tribunale di Brescia dopo anni di praticantato per il mestiere forense nello studio dello zio avvocato, «dove ai clienti venivano propinate le più terribili panzane» (sic!), e dopo un periodo di tirocinio a Milano, «accanto a magistrati di affidamento» (sic!). Subito si segnala per il suo fiuto, quello mai spento nemmeno in quiescenza anzi arricchito dall’esperienza, risolvendo abilmente il primo caso. C’è già il disegno del personaggio, arguto, con un certo caratterino, rigoroso ma attento all’umanità, sensibile al fascino femminile e al buon cibo, innaffiato dal buon vino. Dopo una storiella simpatica senza concretizzazione, conosce una certa Anna, docente universitaria, quella che sarà poi la sua paziente consorte. Agli albori ci pare ancora più simile allo scrittore che ci ha abituato ai cenni autobiografici e alle descrizioni, stavolta ancora più precise e circostanziate, sulla location, il centro storico della città pennellato come in una affezionata promozione. Petri si domanda se avrà mai le qualità per affrontare indagini delicate di rilevanza nazionale o se resterà un semplice sostituto. Non conosciamo molto, per ora, dell’evolversi del suo lavoro, ma sappiamo dei delitti di criminalità organizzata, di eversione e terrorismo, compreso quanto narrato nel suo volume «Il caffè di Sindona», affrontati dal giudice Gianni Simoni. Passano molti anni e si va al secondo racconto, Petri è in pensione però continua a ficcare il naso nell’operato della polizia. Ritroviamo il protagonista dei precedenti romanzi, il bel tipo che si annoia se non passa dalla questura, felice che Bruni lo cerchi, ma che ogni tanto deve fare un pisolino per rinfrancarsi. Con lui Anna che non brontola per i suoi ritardi, che anzi gli è di aiuto nelle scoperte. Esito scontato, un’altra brillante soluzione. I fan di Gianni Simoni che, desiderosi di ri-apprezzare le sue storie e il suo stile, aspettano le uscite delle sue due saghe, quella bresciana di Petri e quella milanese del commissario Lucchesi, lui in piena attività, saranno doppiamente contenti dunque, potendo curiosare anche nelle origini alla stregua del giovane Montalbano.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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