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«Dexter», il fascino sinistro di un eroe indimenticabile

di Luca Canini
Torna su Netflix una delle serie più amate degli ultimi 20 anni: Miami e un serial killer che non smette di inquietare
Il protagonista L’attore Michael C. Hall è rimasto per sempre legato a Dexter Morgan
Il protagonista L’attore Michael C. Hall è rimasto per sempre legato a Dexter Morgan
Il protagonista L’attore Michael C. Hall è rimasto per sempre legato a Dexter Morgan
Il protagonista L’attore Michael C. Hall è rimasto per sempre legato a Dexter Morgan

Non sono molte. Perché la stragrande maggioranza delle serie che sfilano davanti ai nostri occhi distratti e bulimici, con i giganti dello streaming sempre pronti a ficcarci in gola l’ultimo fenomeno imperdibile, restano in circolo un paio di settimane o poco più, fatalmente inghiottite nel giro di un niente dal nulla cinematografico che avanza.

Ce ne sono alcune però - poche, pochissime - che una traccia la lasciano eccome, che cambiano le regole e i codici dell’intrattenimento di massa, che segnano un prima e un dopo. È il caso di «Lost», ad esempio, la madre biologica di tutti gli show-rompicapo, o di «Breaking Bad», «The Wire» (qualcuno per favore la ripeschi dall’oceano dell’oblio) e «The Sopranos», per non parlare di «Seinfeld», «Frasier» (altra meraviglia che manca all’appello), «Extras» e «The Office».

Dexter

Ma anche di «Dexter», che di recente è tornata in catalogo su Netflix - con tutte e otto le stagioni disponibili - e che da un paio di settimane ha fatto capolino nella Top 10 dei titoli più visti accanto ai vari «Il problema dei 3 corpi», «Kiseju», «Crooks», «Ripley» e «The Gentlemen» (delle quali dubito in molti si ricorderanno in capo a un paio di mesi).

Il passato che non passa

Mica male per un prodotto che ha quasi vent’anni, un’era geologica nel mondo a tutta velocità del piccolo schermo. Segno che «Dexter» funziona ancora, che il serial killer dal cuore d’oro di Miami non solo si è tenuto stretto i fan di vecchia data, ma è riuscito nel non facile compito di arrivare al pubblico dei più giovani e degli a digiuno. Una piccola grande impresa.

Ma d’altronde, l’abbiamo detto, ci sono serie che passano e altre no. Dall’alto di una presa salda sull’immaginario collettivo che resiste anche agli sgarbi delle mode. Poco importa insomma che nel frattempo i crime sanguinolenti siano diventati il trastullo preferito delle milionate di internauti qualunque, che squartatori e assassini spietati abbiano preso possesso dei palinsesti di mezzo pianeta: Dexter Morgan e il suo sguardo da adorabile mostro riescono ancora a smuovere qualcosa dentro.

Tutto sul protagonista

È il personaggio principale il vero punto di forza della serie prodotta da Showtime e nel corso degli anni trasmessa in Italia da Fox Crime, FX, Italia 1, Cielo e Rai 4. L’esperto di macchie di sangue della polizia di Miami, modellato attorno al protagonista del romanzo «La mano sinistra di Dio» di Jeff Lindsay, è rimasto l’enigma irrisolvibile dei tempi che furono, sospeso tra il richiamo del passeggero oscuro, il trauma ancestrale che si porta dentro e che lo costringe a uccidere, e l’affetto di chi gli sta attorno.

Merito della voce fuori campo, che ci guida nei meandri della coscienza di Dexter, ma soprattutto dell’interpretazione di Michael C. Hall, capace di restituire tutte le sottili sfumature, tutti gli inquietanti perché di un’anima tormentata. Rivisto due decenni scarsi dopo, «Dexter» trova ancora la forza di giocare con i riflessi condizionati di chi sta dall’altra parte dello schermo, di trasmettere quel sinistro calore che spinge ad affezionarsi a un eroe ambiguo, scomodo, disturbante.

Una forza che deriva anche da una maggiore libertà stilistica rispetto ai titoli prefabbricati che vanno per la maggiore ai giorni nostri, costretti a rispettare un codice produttivo molto più rigido e standardizzato; certo, qualcosa qua e là suscita tenerezza per l’elevato tasso di ingenuità e per quell’allure anni Novanta che fa tanto come eravamo, ma tutto alla fine quadra, e le prime due-tre stagioni rimediano ancora la loro fantastica figura. Tornate a Miami, voi che sapete di cosa stiamo parlando; oppure, se non avete la minima idea di chi sia il nostro uomo, fatevi un giro sulle spiagge della Florida con il passeggero oscuro, seguendo la scia di sangue lasciata dal più indimenticabile dei serial killer. C’era una volta «Dexter» e c’è ancora.

 

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