il premio

"Talien" di Elia Moutamid vince il concorso Docucity

Il regista è nato a Fes, in Marocco, ed è cresciuto nella campagna bresciana. La motivazione della giuria: «Per la capacità di raccontare tematiche legate all’immigrazione attraverso un legame intimo, semplice e trasparente».
Un momento del viaggio e del film di Elia Moutamid e del padre Abdel
Un momento del viaggio e del film di Elia Moutamid e del padre Abdel
Un momento del viaggio e del film di Elia Moutamid e del padre Abdel
Un momento del viaggio e del film di Elia Moutamid e del padre Abdel

"Talien", il docu film del regista italo-marocchino Elia Moutamid, ha vinto il primo premio del concorso Docucity, "Generazione Mix, Identità globali, nuovi archetipi di cittadinanza" per la Fondazione UniMi. Selezionato su 100 opere, in finale con 5 altri progetti, "Talien" è stato trasmesso al Mudec di Milano, sabato 18 giugno, mentre l’autore era in Marocco, dove nei giorni scorsi, su invito dell’associazione culturale "MedinaItaly"  ha presentato in anteprima l’opera a Marrakech, negli spazi del centro "Les Etoiles de Jamaa el Fna". «Questo è il mio film più personale, sofferto, del tutto autobiografico, ma anche quello che mi ha dato più soddisfazione - commenta a caldo il regista - lo considero un’opera di iniziazione che ha determinato il mio modo di fare cinema».

Il film, realizzato nel 2018, selezionato al 35mo Torino film festival, aveva già vinto il premio speciale della giuria nella sezione Italiana.doc e ottenuto tra l’altro una menzione speciale ai Nastri d’argento nel 2018. Nato a Fes, ma cresciuto nella campagna bresciana, Moutamid ha messo la propria curiosità a disposizione delle sue due culture. In "Talien" racconta il viaggio di ritorno di Abdelhouaed-Aldo, padre di Elia, dopo 40 anni di vita e lavoro in Italia. Lo accompagna il figlio, ormai trentenne, e nei dialoghi intimi e di famiglia, tra souvenir e nostalgie, il film presenta il conto dell’Italia degli ultimi anni. «Volevo capire - ha spiegato il regista al pubblico in Marocco - come mai quando è arrivato mio padre in Italia l’immigrazione era un valore aggiunto, ora invece è solo un problema». La giuria di Docucity, a Milano, ha premiato il film con questa motivazione: «Per la capacità di raccontare tematiche legate all’immigrazione attraverso un legame intimo, semplice e trasparente, che cattura nel profondo, in un road movie che è un viaggio di ritorno, ma allo stesso tempo, un viaggio attraverso l’anima, fatto di incontri e paesaggi resi ancora più vivi dalla straordinaria capacità visiva e fotografica del regista».

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