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A Oltrecultura è in arrivo l’«Architerror» Massimo Adiansi

Mercoledì 28 febbraio alle 18.30 appuntamento al Vita di piazzale Arnaldo con l'architetto bresciano che «censisce» gli obbrobri italiani: grande successo social
Massimo Adiansi a Oltreculturafest il 28 febbraio
Massimo Adiansi a Oltreculturafest il 28 febbraio
Massimo Adiansi a Oltreculturafest il 28 febbraio
Massimo Adiansi a Oltreculturafest il 28 febbraio

I numeri non sono tutto ma certo contano e mica poco: 60 mila follower su Instagram, 120mila fan su Facebook, «Architerror» è l’emblematico nome della pagina ideata da Massimo Adiansi, architetto bresciano che ha eletto il motto «Studiamo il brutto per capire il bello» a mantra esistenziale dai toni dissacratori e dadaisti attraverso cui osservare, filtrare e reinterpretare con occhio acuto e guizzo sarcastico gli obbrobri vari ed eventuali disseminati nel Bel Paese. Ebbene. Proprio lui, l’Architerror, sarà l’ospite del prossimo appuntamento targato Oltrecultura Fest, in programma mercoledì 28 febbraio come al solito al Vita di piazzale Arnaldo, in città (alle 18.30, prenotazioni che apriranno sul sito www.bresciaoggi.it).

Massimo Adiansi a Oltrecultura il 28 febbraio

Fulminato sulla via di Damasco da una citazione di Paul Valery - «Il buon gusto altro non è che il risultato di una sovrapposizione nel tempo di innumerevoli cattivi gusti» -, Adiansi sostiene fieramente che «per conoscere il bello, comunque, devi vedere anche il brutto…Tanta gente non è educata alla bellezza in architettura: non è educata a farlo, per questo si ferma nella comfort zone delle creazioni più classiche, tradizionali».

La «grande bruttezza» si eleva dunque a musa ispiratrice del suo agire «perennemente work in progress», plasmandosi come una lente d’ingrandimento atta a svelare «The dark side of architecture». Molteplici le manifestazioni proposte con sguardo sardonico: dal «tempio paleomarchigiano di epoca precompressa» (realizzato secondo stilemi greci ma con cemento armato) al «monumento al guidatore distratto» di Rezzato (con un’auto «intenta a planare dopo aver lasciato semiassi e ruote sul cordolo») passando per la scultura dedicata a Padre Pio ribattezzata «Pio robot d’acciaio», a Benevento. «Ci sono molti siti di architettura bella: perché nessuno parla delle cose brutte?» osservava Adiansi nell’intervista di Gian Paolo Laffranchi pubblicata giusto qualche settimana fa su Bresciaoggi.

Amplificando un segnale mediatico precedentemente intercettato anche da Cosmopolitan (che nel 2020 aveva segnalato Architerror tra le 10 pagine Instagram da tenere d’occhio), slancio poi per comparse anche sul piccolo schermo fino a culminare con una sezione «dedicata» nell’ambito della mostra sul kitsch allestita fino al 10 marzo Ma.Co.f, in città. Rientrato dall’Inghilterra un paio di anni fa, Adiansi è parallelamente attivo anche con il suo studio di professionista, fedele al manifesto «We make every space your home». "L’Italia com’è messa…?. Sempre un po’ ferma, dal punto di vista dell’architettura. Come dice un famoso critico, Luigi Prestinenza Puglisi, agli italiani piace tanto il presepe: amiamo rifare le cose finte, se dobbiamo costruire qualcosa di nuovo preferiamo assomigli a un finto vecchio. Il finto rinascimentale, il finto medievale, il finto di qui e il finto di là. Tutto perfetto, ma così non vai avanti. Lo studio del brutto ha una sua valenza. Per questo dico che conoscere gli errori architettonici aiuta a capire qual è il bello su cui lavorare. Non sempre l’innovazione è peggio del classico».

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