l'iniziativa Bresciaoggi

Yoko Yamada subito «oltre»: «Ridere, ma anche riflettere»

di Vincenzo Spinoso
Yoko con la t-shirt ufficiale di Oltrecultura FEST: debutto da applausi SERVIZIO ONLY CREWL’allestimento al Vita di piazzale Arnaldo: uno dei locali più esclusivi di Brescia è teatro del ciclo di incontri organizzato da BresciaoggiAl termine dell’incontro la foto di gruppo di Yoko Yamada  con lo staff dell’agenzia Makay
Yoko con la t-shirt ufficiale di Oltrecultura FEST: debutto da applausi SERVIZIO ONLY CREWL’allestimento al Vita di piazzale Arnaldo: uno dei locali più esclusivi di Brescia è teatro del ciclo di incontri organizzato da BresciaoggiAl termine dell’incontro la foto di gruppo di Yoko Yamada con lo staff dell’agenzia Makay
Yoko con la t-shirt ufficiale di Oltrecultura FEST: debutto da applausi SERVIZIO ONLY CREWL’allestimento al Vita di piazzale Arnaldo: uno dei locali più esclusivi di Brescia è teatro del ciclo di incontri organizzato da BresciaoggiAl termine dell’incontro la foto di gruppo di Yoko Yamada  con lo staff dell’agenzia Makay
Yoko con la t-shirt ufficiale di Oltrecultura FEST: debutto da applausi SERVIZIO ONLY CREWL’allestimento al Vita di piazzale Arnaldo: uno dei locali più esclusivi di Brescia è teatro del ciclo di incontri organizzato da BresciaoggiAl termine dell’incontro la foto di gruppo di Yoko Yamada con lo staff dell’agenzia Makay

Non esiste un caso più eclatante di «self-made woman», un’artista che si è fatta da sé, di chi investe sul proprio talento. Tutto ciò che Yoko Yamada chiede al mondo sono un microfono e una platea pronta a divertirsi; e anche, perché no, a offendersi. D’altronde, la comicità è una specie di porto franco in cui a livello verbale vale tutto. Oltrecultura FEST è il nuovo progetto crossmediale del Gruppo editoriale Athesis, ideato da Bresciaoggi, i cui 12 incontri sono stati inaugurati ieri, 25 gennaio,  al Vita in Piazzale Arnaldo da una chiacchierata con la comica nippobresciana Yoko Yamada, moderata dal caposervizio del settore cultura-spettacoli di Bresciaoggi Gian Paolo Laffranchi (RIVEDI LA DIRETTA: CLICCA QUI)

Oltrecultura FEST è una rassegna che, per altri 11 mercoledì, l'ultimo di ogni mese, proporrà alla platea esempi di personalità che si realizzate grazie alla cultura; «cultura» che può essere di diverso tipo, dalla sfera artistica a quella imprenditoriale fino a toccare tanti altri settori. Yoko è una comica bresciana che, dopo essersi ritagliata spazi importanti nel programma Stand Up Comedy Rehab e sul canale Comedy Central, prova a raccontarsi e anche a far sorridere gli spettatori bresciani, nonostante in una negazione del contrario lei stessa provi a dire che «no, non sono fatta per l’improvvisazione».

OltreculturaFEST - tutte le foto OnlyCrew del primo appuntamento

Ma la stoffa c’è eccome, dietro quel fare finto serioso tipico della nuova comicità pop alla Valerio Lundini, citato non a caso da Yoko tra i suoi modelli. L’intervista per Oltrecultura FEST diventa una specie di spettacolo meta-comico durante il quale gli spettatori non capiscono se siano autorizzati o meno a ridere; chiamasi straniamento, sensazione piacevole se, a suggerirla, è una scrittura che dovrebbe principalmente divertire.

«Pizza sul gelato», lo spettacolo che Yoko ha portato al teatro Der Mast in prima serata, nasce dai luoghi comuni dalla quale l’artista vuole in qualche modo attingere, e allo stesso tempo tenersi lontana; ma com’è iniziata la sua storia d’amore con il palcoscenico? «Sono partita dalle recite dell’asilo in cui facevo l’asinello accanto a Gesù Bambino. Diciamo che non ne ho un ricordo proprio emozionante» esclama Yoko, la cui massima aspirazione è quella di «fare l’attrice». Sarà vero? Le affermazioni di un comico sono imperscrutabili e lasciano alla mente dello spettatore l’onere di discernere il vero dal falso; in certi contesti, anche farsi prendere bonariamente in giro risulta piacevole.

Ma in ogni sceneggiatura c’è un fondo di verità: «A Venezia, dove mi sono trasferita per studiare alla Ca’ Foscari, ho scoperto alcuni comici interessanti, tra cui Nicolò Falcone, Luca Ravenna e altri, che mi hanno acceso la passione per questa figura. Ho iniziato con le serate “open mic”, spettacoli di stand-up comedy in cui, nonostante alcuni racconti esagerati, porti in scena te stesso, senza parrucche». La biografia di Yoko Yamada ha dettagli esotici, come il padre giapponese «unico a saper fare la piroetta all’indietro a Brescia», e altri dettagli orientali sui quali la comica non vuole speculare; anche perché lei stessa sottolinea la sua brescianità: «Sono a Venezia ormai da dieci anni quindi la avverto come casa mia, però i bresciani mi mancano».

Si è già detto di come la comicità debba essere irriverente, anche sferzante; Yoko fa sue le parole del comico scozzese Daniel Sloss: «Si possono fare battute su qualunque cosa, bisogna saperlo fare bene. Lui dice che non esistono battute offensive: tu hai il diritto di offenderti se la tua sensibilità viene urtata, ma l’intenzione del comico non è quella di offendere, bensì di far ridere. Serve coerenza: se ti senti offeso, allora devi offenderti per qualunque attacco, o perlomeno devi ammettere che la stessa cosa può far ridere qualcun altro. E la risata non è sempre e solo un fine, ma può essere anche un mezzo per una riflessione».

Tra scrittura, progetti e fenomeni social, Yoko non si astiene dal dire la sua posizione; o, quantomeno, dal farla intuire: «Non vorrei rimanere ancorata alla macchietta della “mezzosangue”, incastrata tra cliché italiani e esotismi giapponesi, quindi sto cercando di scrivere altro. Se ho apprezzato lo show “Lol”? Forse abbiamo bisogno di qualcosa di più. Personalmente non credo che sarei tagliata per parteciparvi. Poi dipende dove mi farebbe arrivare…». Si parte dunque tra gli applausi, anche quelli del vicesindaco Laura Castelletti presente ieri per il debutto dell’evento, e già si rimanda al prossimo appuntamento, il 22 febbraio con Samuele Rovituso fondatore di Legolize: per Oltrecultura partenza incoraggiante, lungo un cammino di dodici mesi tutto da gustare.•. 

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