L'INIZIATIVA DI BRESCIAOGGI.

Da San Polo
al Brasile:
il gelato che fa viaggiare

di MARTA GIANSANTI
Gusti classici ed esotici da Jambo dove la passione è di lunga data «I clienti più affezionati? I bambini. E le ricette sono di famiglia»
Leonardo Carvutto e la moglie Ana Alice Ramos do Nascimento nella gelateria Jambo di San Polo
Leonardo Carvutto e la moglie Ana Alice Ramos do Nascimento nella gelateria Jambo di San Polo
Leonardo Carvutto e la moglie Ana Alice Ramos do Nascimento nella gelateria Jambo di San Polo
Leonardo Carvutto e la moglie Ana Alice Ramos do Nascimento nella gelateria Jambo di San Polo

Un viaggio all'insegna del gusto da San Polo al Brasile, dall'antico al moderno: è quello che quotidianamente promette ai suoi clienti la gelateria Jambo di via del Verrocchio. Creazioni esotiche dall'estrema freschezza come lime e basilico o ananas e zenzero, solo per citarne due. Gusti innovativi, nati per «unire i sapori del Brasile a quelli dell'Italia», affiancati all'intenso sapore di «un tempo», tra tiramisù, zuppa inglese e malaga, fino ad arrivare ai particolari evergreen dedicati ai più piccoli, Puffo, Big Bubble, Kinder e Smarties. «Li abbiamo pensati per i bambini, i nostri clienti più affezionati, ma ne va pazzo anche qualche over 60», ammette Leonardo Carvutto, titolare della gelateria (rilevata dai genitori Donato e Franca) insieme a sua moglie Ana Alice Ramos do Nascimento.

«ERA IL 1982 quando, su consiglio di mio zio Vincenzo, da Milano ci trasferimmo a Brescia. Io avevo 12 anni: fu allora che entrai in questo mondo», ricorda Leonardo. La prima attività che vide nascere sotto la conduzione del papà fu il bar gelateria «Sottozero» di corso Martiri della Libertà. Andava a scuola e poi correva lì o altrimenti accompagnava lo zio - «molto noto in città per le sue gelaterie» - nelle «operazioni di vendita dei suoi prodotti artigianali». Con la nascita del quartiere San Polo, nei primi anni '90, anche la famiglia Carvutto si trasferì. «Abbiamo continuato la tradizione in questo quartiere, una zona residenziale vissuta da molte famiglie e tanti bambini, con cui si è creato un rapporto che dura nel tempo: ormai siamo arrivati a servire la terza generazione. È stupendo», ammette Carvutto. Sapori che con il trascorrere del tempo si sono adeguati al cambiamento dei palati, pur mantenendo quella nota di immancabile tradizione.«Modifichiamo la scelta ma ci sono dei must che non scompariranno mai dal nostro banco, lo facciamo per accontentare tutti - sottolinea Leonardo -. Un'attenzione che poniamo anche sulla digeribilità e le intolleranze: i gusti alla frutta e il cioccolato nero fondente sono rigorosamente a base acqua. Una scelta quasi obbligata per gustare la vera essenza di ciò che offriamo: un'attenzione che negli anni ci ha premiato. Da noi vengono persone da tutta la città ma anche dalla provincia». Qualità e ricerca del prodotto per garantire la soddisfazione del cliente: frutta fresca di stagione, liquirizia direttamente dall'Abruzzo e, quando è possibile, particolarità tropicali del Brasile. «Più di dieci anni fa mi sono innamorata di questi posti e ho deciso di trasferirmi - racconta Ana Alice, addetta al laboratorio -. Adoro questo lavoro, il contatto con il pubblico e poter dare sfogo alla mia creatività». Ispirazioni rivolte anche alle «cremose e ghiacciate» granite, sempre più richieste insieme alle «bontà di pasticceria» tra spumoni «realizzati seguendo un'antica ricetta tramandata di famiglia in famiglia», semifreddi, meringate e tiramisù. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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