L’APPELLO

Brescia, al Canile Sanitario è emergenza gatti randagi: «Abbandonati e dimenticati»

di Giada Ferrari
La struttura presenta un ufficio dedicato all’anagrafe ed al rilascio del passaporto per animali con una media di 16-17 rilasci al giorno.
Il 75% dei cani recuperati è stato restituito al proprietario:  il lavoro del canile è encomiabileFra le emergenze dell’estate: i gatti, sempre più abbandonati da cuccioli
Il 75% dei cani recuperati è stato restituito al proprietario: il lavoro del canile è encomiabileFra le emergenze dell’estate: i gatti, sempre più abbandonati da cuccioli
Il 75% dei cani recuperati è stato restituito al proprietario:  il lavoro del canile è encomiabileFra le emergenze dell’estate: i gatti, sempre più abbandonati da cuccioli
Il 75% dei cani recuperati è stato restituito al proprietario: il lavoro del canile è encomiabileFra le emergenze dell’estate: i gatti, sempre più abbandonati da cuccioli

In una città come Brescia dove il rapporto tra cittadini e animali da compagnia è sempre più intenso e in un momento storico come questo, post pandemico, in cui si è compreso che esiste un'unica sanità, una one health dove la salute di ambiente, animali e uomo sono strettamente correlati, diventa ancora più importante il lavoro svolto dalle associazioni animaliste del territorio.

«Una città come Brescia che vede la presenza di un gatto o un cane per famiglia necessita di politiche virtuose in tal senso, a partire dalla presenza di canili e gattili rifugio, dalla valorizzazione del lavoro delle associazioni, da una consulta delle associazioni per condividere le politiche da applicare e tutto ciò che deriva per il corretto rapporto uomo-animale – commenta Fabio Rolfi, assessore regionale in visita ieri al Canile Sanitario -. Un’attenzione, quella verso agli animali, che può sembrare secondaria ma fa parte della vita vera della città». Esempio di virtuosismo è sicuramente il Canile Sanitario ATS Brescia: unica struttura pubblica in provincia, primo centro regionale per numero di animali di profughi provenienti dall’Ucraina gestiti (circa 200) e vincitore per due anni del premio Legambiente come migliore ATS d’Italia. Il Canile Sanitario, grazie anche allo stretto rapporto di mutuo aiuto con le varie associazioni del territorio, è sempre in prima linea per il benessere e per i diritti degli animali nonché quelli dei loro proprietari. La struttura presenta un ufficio dedicato all’anagrafe ed al rilascio del passaporto per animali con una media di 16-17 rilasci al giorno.

«Quest’anno più degli anni passati abbiamo notato che le persone si portano l’animale con sé ovunque vadano – spiega Antonio Di Loreto responsabile del Canile Sanitario- è un aspetto sociologico importante perché l’animale è concepito come membro della famiglia». Fermo restando che il fenomeno abbandoni nel territorio bresciano è particolarmente contenuto (il 75% dei cani recuperati sono stati restituiti al proprietario), il Canile Sanitario rappresenta un presidio fondamentale: per la lotta al randagismo, per il controllo demografico e sanitario con sterilizzazione della popolazione animale, quali cani privi di proprietario e gatti di colonia, nonché per il recupero di cani vaganti e gatti rinvenuti feriti. Per questo è fornito di varie aree dedicate alla cura degli animali: ambulatorio, settore radiologico dove viene eseguita anche osteo-sintesi, sala operatoria con servizio h 24 di pronto soccorso per gli animali rinvenuti feriti, nonché due ali dedicate alla detenzione temporanea di cani e gatti che verranno poi affidati ai canili rifugio per l’adozione.

«L'esigenza oggi di un animale per amico è talmente alta che i canili rifugio riescono a gestire egregiamente gli animali che vengono loro affidati -prosegue Di Loreto-. Data l'alta richiesta abbiamo infatti tanti animali che arrivano dal sud». Ma sono due in particolare le emergenze che il canile sta gestendo: la moda di scegliere razze di cani «impegnative» senza essere in grado di gestirle e senza nemmeno intraprendere un percorso educativo che di conseguenza porta all’aumento di abbandoni, rinunce di proprietà, morsicature e sequestri. Nonché il grandissimo numero di gattini recuperati per mancata sterilizzazione e chippatura (obbligatoria per legge) degli esemplari, legata all’errato pensiero che il gatto «si arrangia». «Ci ritroviamo alla stessa situazione di quando abbiamo cominciato l'anagrafe canina - chiude Di Loreto -. Sovente recuperiamo gatti traumatizzati che vengono riconsegnati al proprietario al quale spieghiamo che deve essere tenerlo in sicurezza. Si deve fare di più». L’appello è dunque rivolto alle istituzioni: chiedendo ai sindaci di pensare all’emergenza gatti vista la mancanza di gattili convenzionati, un'anagrafe nazionale per la gestione degli animali provenienti dal sud, ad una task force della polizia educata alla vigilanza animale e una continua formazione ed informazione del cittadino. •.

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