Donne del vino, Cristina Inganni è la nuova delegata in Lombardia

di Claudio Andrizzi
LA SCELTA. La titolare dell'agricola Cantrina di Bedizzole succede a Maddalena Bersi Serlini. In provincia di Brescia sono 149 le cantine gestite al «femminile»
Cristina Inganni, nuova delegata della sezione lombarda «Donne del vino»
Cristina Inganni, nuova delegata della sezione lombarda «Donne del vino»
Cristina Inganni, nuova delegata della sezione lombarda «Donne del vino»
Cristina Inganni, nuova delegata della sezione lombarda «Donne del vino»

Il vino «made in Lombardy»? È sempre più declinato al femminile. Parola di Cristina Inganni, titolare dell'azienda agricola Cantrina di Bedizzole, scelta nei giorni scorsi come nuova delegata della sezione regionale del movimento nazionale «Donne del vino».
UNA LEADERSHIP che resta in mani bresciane quindi, considerato che la produttrice gardesana ha ricevuto il testimone dalle mani della franciacortina Maddalena Bersi Serlini. Il tutto mentre da Vinitaly è giunta la conferma di un fenomeno ormai inarrestabile: in campo enoico, a differenza di quanto accade in molti altri settori della società civile o dell'economia, le «quote rosa» sono ormai una componente acquisita e in costante crescita. I numeri non lasciano spazio a dubbi: in Lombardia una cantina su quattro è ormai gestita da una donna, con percentuali che in alcune aree sono davvero sorprendenti. Nella classifica delle zone vocate Pavia è prima con 420 aziende, la «Leonessa» è seconda con 149 pari al 24% del totale territoriale. Il record spetta alla piccola Igt Terre Lariane, in provincia di Lecco, al cui recente rilancio ha voluto credere soprattutto «l'altra metà del cielo»: ben due realtà su tre sono condotte da imprenditrici per una percentuale pari al 61,5%.
«SIAMO sempre state presenti in questo mondo, ma con un ruolo che forse, finora, non è mai stato riconosciuto a sufficienza - spiega Cristina Inganni -. Questi numeri dimostrano che è fiorita una consapevolezza tutta nuova delle nostre capacità, non solo in cantina ma anche in settori attigui quali la ristorazione, le enoteche, la sommellerie. Siamo in tante, molto motivate a portare avanti questa passione, naturalmente senza alcuna contrapposizione con il mondo maschile: credo, però, che tutte insieme possiamo rappresentare una visione innovativa e alternativa in uno dei principali fenomeni che contraddistinguono il made in Italy». Di questi ideali è portatrice ormai da 25 anni l'associazione Donne del Vino, che taglia quest'anno l'ambizioso traguardo del quarto di secolo.
«HO SCELTO di far parte di questa realtà per promuovere il territorio lombardo, le varie filosofie produttive, attraverso una comunicazione più emotiva che tecnica - racconta la neo-delegata -. Mi è sempre piaciuto far parte di gruppi, creare sinergie: spero di aver maturato esperienza e poterla mettere in campo in questa nuova esperienza». Come prima cosa sta cercando di strutturare al meglio la sezione, creando una rete di collegamento fra tutte le aderenti delle varie zone. «La nostra è una regione ricca di tradizioni e grandi aree vocate - conclude -, tutte molto distanti tra loro. È importante che le socie siano unite al fine di riuscire a concretizzare i vari progetti: eventi, corsi didattici sul vino, interventi a manifestazioni, per portare al comparto quel valore aggiunto che ci contraddistingue da sempre».
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