Il Bardolino debutta nell'«olimpo» dei Tre Bicchieri

VINI D'ITALIA. Per la prima volta, grazie a Le Vigne di San Pietro, entra nella guida del Gambero Rosso

Il Bardolino debutta nell'olimpo dei Tre Bicchieri: l'edizione 2013 della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso ha «sdoganato», per la prima volta in assoluto, la Doc gardesana assegnando il massimo riconoscimento a un vendemmia 2011 firmato dall'agricola Le Vigne di San Pietro di Sommacampagna (Vr). Che, sabato, volerà a Roma per partecipare alla cerimonia di premiazione.
Non era mai accaduto prima che un vino della denominazione salisse sul gradino più alto del podio di uno dei premi in assoluto più ambiti del panorama enoico nazionale: ma va detto che già negli ultimi anni il vento aveva iniziato a soffiare favorevolmente, con alcune aziende come Corte Gardoni, Guerrieri Rizzardi o Le Fraghe che si erano dimostrate in grado di sfiorare la vittoria arrivando in finale. Ora il risultato è stato centrato e la redazione del Gambero non ha dubbi: questa tipologia, si legge nel volume, «vive un momento di grande rilancio».
«Potrei dire che la nostra è l'eccellenza della semplicità - afferma Carlo Nerozzi, patron de Le Vigne -. Riuscire a produrre un Bardolino capace di toccare le corde emozionali di un critico o di un semplice consumatore appassionato, è una grande soddisfazione. Perfino maggiore di quella che può essere generata dall'aver realizzato un grande rosso, potente, profondo e sontuoso. Forse questo successo è anche figlio del tempo che stiamo vivendo, segnato da una nuova moda necessaria in un mercato che vede cambiare rapidamente gusti e tendenze: ben venga se questo porta il consumatore a valutare questo vino con pari dignità rispetto agli altri grandi rossi del Paese».
Quasi a confermare ulteriormente la grande vitalità del comprensorio, il Consorzio è stato ospite  alla manifestazione Skywine di Ala (Tn), dove ha lanciato l'idea di un futuro festival di vini prodotti con vitigni autoctoni baldensi: non solo uve come la Corvina, madre del Bardolino, o la Rondinella, tipiche del versante meridionale, ma anche varietà ormai rare, coltivate sui contrafforti occidentali, come l'Enantio o il Casetta. Come dire, una biodiversità importante e da salvaguardare.

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