Un esercito di siti Internet oscurati: perché illegittimi, perché portatori di truffe, perché infarciti di contenuti illegali. E sono tantissimi. Attualmente in Italia 5.495 siti non sono accessibili. Tra questi figura anche Avaxhome.ws, oscurato dai provider italiani in seguito a una richiesta di Mondadori. E in questi giorni, quasi a voler essere un registro dell'illegalitá online, ha fatto il suo esordo in Rete un portale dedicato alla raccolta di tutte questi casi: Osservatorio censura. L'iniziativa è di Marco Ditri che ama definirsi un «libero cittadino che opera professionalmente nel settore». Ditri aveva iniziato a segnalare i casi su un blog o via Twitter, quando sono diventati davvero troppi ed era necessario fare un sito ad hoc si é messo al lavoro segnalando l'aumento dei siti oscurati negli ultimi mesi.
Protagonisti delle censure online sono inevitabilmente l' Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ex Aams) e il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia sulla Rete, ai quali si devono - rispettivamente - 4.297 e 1.153 blocchi. Ci sono due casi in cui le normative permettono di saltare il provvedimento del giudice. Sono la legge finanziaria del 2006, nel caso dell'ex Aams, e la legge 38 del 2006, per la lotta alla pedopornografia anche a mezzo Internet, a consentire l'invio quotidiano ai provider di liste di siti da oscurare senza dover interpellare le autorità. Gli altri 45 casi sono relativi a provvedimenti giudiziari: in seguito a una segnalazione di un soggetto interessato, ad andare per la maggiore sono le rivendicazioni dei proprietari dei diritti d'autore, il giudice stabilisce se ci sia o meno il pericolo di prosecuzione del reato in questione e in caso affermativo dispone il sequestro. Essendo le sedi dei portali situati all'estero nella stragrande maggioranza dei casi, l'oscuramento da parte dei provider è l'unico escamotage adottabile anche perché decisamente il più rapido. Purtroppo però questi blocchi sono facilmente aggirabili: Ditri dedica una parte del suo sito ai trucchetti perché il blocco del solo dominio è facilmente aggirabile, con quello del server bisogna sforzarsi un po' di più.
CASO EMBLEMATICO, di cui si parla molto in Rete, è quello di Vajont.info: il sito, sequestrato preventivamente con l'accusa di aver diffamato Domenico Scilipoti e Maurizio Paniz, era riconducibile a un personaggio identificabile, che dopo il processo è tornato online (e ha comunque deciso di rimuovere la frase incriminata). Quando si agisce invece su una realtà con sede in un altro paese - dove magari il sito è legale, come Stormfront negli Stati Uniti, è difficile, se non impossibile, che la giustizia faccia il suo corso in modo canonico. Il futuro per i siti web a rischio censura potrebbe essere piú duro se la nuova Agcom deciderà di riprendere in mano il regolamento contro la pirateria messo a punto - e mai attuato - dalla squadra precedente. Per il web é sempre tempo di rivoluzione: su molti siti le autorità hanno da tempo gli occhi puntati.