Syria

«Al Grande una notte indimenticabile, al Centro Lucia un sogno che s’avvera: celebrare l’arte libera di Gabriella Ferri»

di Gian Paolo Laffranchi
Il 22 marzo 2024 al Centro Lucia di Botticino Syria porterà a teatro lo spettacolo «Perché non canti più», omaggio a Gabriella FerriIl 2 dicembre 2015 al Teatro Grande Syria con Paola Turci
Il 22 marzo 2024 al Centro Lucia di Botticino Syria porterà a teatro lo spettacolo «Perché non canti più», omaggio a Gabriella FerriIl 2 dicembre 2015 al Teatro Grande Syria con Paola Turci
Il 22 marzo 2024 al Centro Lucia di Botticino Syria porterà a teatro lo spettacolo «Perché non canti più», omaggio a Gabriella FerriIl 2 dicembre 2015 al Teatro Grande Syria con Paola Turci
Il 22 marzo 2024 al Centro Lucia di Botticino Syria porterà a teatro lo spettacolo «Perché non canti più», omaggio a Gabriella FerriIl 2 dicembre 2015 al Teatro Grande Syria con Paola Turci

Cantare recitando e recitar cantando, grazie a un talento solare. «Allegria, romanticismo e ironia»: il cuore di Syria, tanto grande da accogliere l’unicità di Gabriella Ferri per poterla esprimere a teatro, in un tour che venerdì 22 marzo la vedrà in scena al Centro Lucia di Botticino (con inizio alle 21). Canzoni, racconti, poesie. «Perché non canti più» è un concerto-spettacolo dedicato a Gabriella Ferri. Una sfida che può affrontare chi sa rendere onore a Mia Martini con l’interpretazione di «Minuetto» offerta al pubblico televisivo de «Gli occhi del musicista», la trasmissione di Enrico Ruggeri. E la statura di Cecilia Cipressi (così all’anagrafe) è confermata dai grandi nomi che l’hanno celebrata il 2 dicembre del 2015, quando al Teatro Grande di Brescia festeggiò i vent’anni di carriera accompagnata dall’Orchestra Filarmonica Italiana di Bruno Santori e da una All Stars di ospiti più prestigiosa di un cast del Festival di Sanremo. «Buonasera, sono la mamma di Benedetta»: così, senza citarsi, Mina partecipò con una telefonata alla festa bresciana di Syria, un concerto in cui cantò i pezzi forti del suo repertorio (da «Sei bellissima» a «Odiosa») duettando con Malika Ayane e La Pina, Paola Turci e Noemi, Emma e Francesca Michielin. Con la partecipazione di Gianni Morandi e di Jovanotti, di Giuliano Sangiorgi e Max Pezzali (che era presente al Grande).

Se ripensa a quella serata?
Indimenticabile, magica, in un teatro stupendo, con l’affetto di tanti amici. Sono ancora incredula. Non poteva esserci modo migliore di celebrare vent’anni di carriera.

Ha sempre cercato di fare pop di qualità, sperimentando. A Botticino omaggerà l’arte di un’icona quale Gabriella Ferri. Che approccio ha scelto?
Voglio interpretarla in modo intenso, mai retorico. Per me è un sogno che s’avvera.

Regìa di Pino Strabioli, sotto la direzione musicale di Massimo Germini e con la supervisione di Seva, figlio di Gabriella: un gioco di squadra per ripercorrere una vita di successi e tormenti.
Gabriella per noi artiste è stata un nuovo modo di fare musica. Libera da convenzioni, esempio di coerenza. Anni fa quando mi è stato regalato il libro dedicato alla sua memoria con ricordi, poesie, disegni, scarabocchi, ho bussato alla porta di Strabioli per sapere se ci fosse modo di arrivare alla sua famiglia e realizzare uno spettacolo che raccontasse davvero chi era. Non solo le canzoni. Pino è stato entusiasta, i familiari di Gabriella pure. Ringrazio il figlio, che mi ha dato la possibilità di entrare nel mondo della madre. Sì, è stato un bel gioco di squadra.

Ha cominciato la carriera vincendo fra i giovani il Festival di Sanremo, dov’è tornata da ospite nel 2019. Cosa pensa dell’ultima edizione?
Non si può fare a meno di guardarlo. È cambiato molto. Amadeus ha creato qualcosa di incredibile in questi anni, a livello di ascolti e di scelte musicali. Tanti artisti esperti si sono messi in fila e sono rimasti fuori perché si è basato sulle piattaforme di streaming e ha puntato sui giovani mettendoli fra i big: i risultati sono dalla sua e chi la pensa diversamente deve farsene una ragione. Di sicuro tanti appassionati preferirebbero qualcosa di più old school. Io sono contenta per i colleghi che sono riusciti a portare racconti che li rappresentano su quel palco. Ora Amadeus lascerà spazio ad altri conduttori, ma un giorno tornerà a Sanremo: è il nostro Pippo Baudo.

Il 2 dicembre 2015 al Teatro Grande Syria con Paola Turci
Il 2 dicembre 2015 al Teatro Grande Syria con Paola Turci

Cantante, cantautrice, dj, ma anche attrice teatrale: qual è la vera Syria?
Mi sento me stessa comunque: che debba sedermi in studio a registrare un album, cantare a un concerto, portare a teatro uno spettacolo su una grande artista o mettere dischi in consolle, sono sempre io, col privilegio di essere libera e la voglia di sperimentare, di reinventare.

Nel 2017 lo ha fatto reinterpretando «Io te Francesca e Davide» con Ambra Angiolini.
Un ricordo splendido. Quando Ambra ha saputo che stavo reinventando vent’anni dopo quel suo pezzo che amo tanto, mi ha raggiunto per registrarlo insieme e abbiamo fatto il video. Un doppio regalo, un duetto fatto col cuore. Ambra è stata molto generosa, non lo dimenticherò mai.  

Suo padre, Elio Cipri, è stato artista e produttore: uno dei maggiori discografici e talent scout d’Italia. Cosa e ha significato per il suo percorso?
È stato fondamentale, mio padre. Mi manca tantissimo. Mi ha fatto amare la musica, mi ha dato consigli, ma non mi ha aiutata. Mi ha educata a sopravvivere in questo mondo meraviglioso fatto di alti e bassi: lo sapeva eccome lui, che ha gestito artisti importantissimi. Ci siamo anche scontrati, ma era sempre tutto per il mio bene. Da quasi trent’anni faccio questo lavoro e ne sono felice, avevo gli strumenti per reggere alla distanza. Papà mi ha formato, poi io mi sono sempre arrangiata. Ho fatto tutta la gavetta, ho studiato e faticato per raggiungere i miei obiettivi, circondandomi delle persone che volevo. Sono grata anche a mio fratello Giorgio, a mio marito Pier Paolo.

Lei artista, suo marito produttore: i vostri figli Alice e Romeo amano la musica?
Senza dubbio. La grande molto, il piccolo pure. Alice lavora nelle produzioni cinematografiche, è una curiosa come il padre. Romeo è ancora bambino, ma già ascolta di tutto.

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