Puccio Gallo

«Fantozzi buttafuori, James Brown sul palco Quante notti magiche col mio amico Jerry La storia della vera movida è qui sul lago»

di Gian Paolo Laffranichi
Puccio Gallo con Jerry Calà e Yudi Bueno al Sestino Beach:  i titolari del locale di Desenzano, che ha 10 anni FOTO SESTINO BEACH
Puccio Gallo con Jerry Calà e Yudi Bueno al Sestino Beach: i titolari del locale di Desenzano, che ha 10 anni FOTO SESTINO BEACH
Puccio Gallo con Jerry Calà e Yudi Bueno al Sestino Beach:  i titolari del locale di Desenzano, che ha 10 anni FOTO SESTINO BEACH
Puccio Gallo con Jerry Calà e Yudi Bueno al Sestino Beach: i titolari del locale di Desenzano, che ha 10 anni FOTO SESTINO BEACH

Re della notte? «No, preferisco regista». Ciak, si gira: Puccio Gallo se ne intende eccome di notti magiche, cinema e show. Come Jerry Calà, l’amico e socio di una vita. Insieme hanno piantato le tende sul Garda e insieme gestiscono il Sestino Beach con Yudi Bueno, moglie di Puccio e regina («lei sì») di un’organizzazione ampiamente rodata. A Desenzano continua così una tradizione profondamente lacustre, quella movida che ha in Gallo la sua icona. Puccio che è stato patron del mitico Sesto Senso e del discorestaurant La Dolce Vita. Abbronzatura, sorrisi e cin cin alla bella stagione che arriva, alla voglia di divertirsi che non invecchia.

Il divertimento nei locali comincia quando tramonta il sole. Ha anche partecipato al film «Ragazzi della notte», sa di cosa parla: cos’è la notte?
Uno spettacolo che va in scena un giorno dopo l’altro con i suoi attori, i clienti, i suoi spettacoli e una trama sempre diversa. Un film che da anni cerco di «registrare» nel miglior modo possibile. La trama è coinvolgente, movimentata come sono le mie serate ormai da parecchi anni.

Imprenditore, produttore, gestore: come ha cominciato?
Una vita fa. Sono nato a Padova, ho fatto la scuola alberghiera e nei primi anni mi facevano girare in Svizzera, in Germania. Nel ’68/69, a vent’anni, lavoravo in una fabbrica di vestiti a Gelsenkirchen e la sera cominciai a lavorare in un bar che era anche discoteca. Da noi c’erano ancora le balere. Quella scoperta mi ha ispirato. Da allora mi sono sempre dedicato al sano divertimento, ho sempre cercato di far divertire gli altri.

Prima mossa?
C’erano quegli appartamentini al mare che tutti compravano, mia madre ne aveva uno ai Lidi Ferraresi: le chiesi se lì c’era un posto come lo immaginavo io, tornai per aprire il mio primo locale nell’estate del ’69. Il Picnic. Dopo quella stagione estiva, nell’inverno del ’70 andai a Folgaria per cimentarmi con quella invernale.

I favolosi anni Settanta (e Ottanta, e Novanta, e oltre) che hanno dato vita alla movida gardesana.
Sì. Il boom negli ’80, la grandezza dei ’90 e via così, ma la mia storia sul lago di Garda è iniziata già nei lontani ’70 quando da Padova decisi di trasferirmi e aprire a Desenzano il Sesto Senso. Nei primi anni è stata davvero dura, ma con tanta costanza e tanto lavoro ho messo radici. Abbiamo creato uno staff affiatato, mia sorella Anita si occupava delle pubbliche relazioni, mia madre per tanti anni mi ha supportato.

Il successo è stato notevole.
Tanto che Desenzano si è fatto conoscere anche grazie al Sesto Senso. Il mio slogan era «Dove si trova il lago di Garda? Vicino al Sesto Senso!». Sarò sempre riconoscente a questa cittadina che mi ha ospitato e in cui ho scelto di vivere. Ho organizzato anche molti eventi al di fuori del locale, dal «Tennisstars» con i vip alla «Pedalata per la vita» raccogliendo fondi per i bambini in difficoltà, passando per il primo raduno di motoscafi Riva nel porto vecchio, i raduni di auto d’epoca, delle Ferrari e Lamborghini, le partite di calcio con la Nazionale Artisti Tv. Siamo riusciti a far parlare di Desenzano, oltre che del Sesto Senso, ovunque.

Stelle dello spettacolo come Fabio Testi e Valerio Merola, come Eva Grimaldi, Pamela Prati e Luisa Corna. Ma anche dello sport: René Arnoux, Paolo Rossi e Spillo Altobelli... Quanti aneddoti nella sua galleria di amici vip?
Infiniti. Per esempio: un giorno veniamo a sapere che a Villa Paradiso c’è Paolo Villaggio, Jerry mi dice «Andiamo a prenderlo, lo portiamo a fare serata». Andiamo a Gardone, lui tutto contento all’idea di uscire a cena visto che lì stava a dieta, arriviamo al locale verso mezzanotte e troviamo una fila infinita. Allora cosa fa Paolo? Si mette alla porta e fa selezione all’ingresso: «Tu sì, tu no». Fantozzi buttafuori. Indimenticabile. Come quella volta in cui James Brown suonava qui vicino: «Portiamolo al Sesto», mi dice un comune amico. Lo mando a prendere, arriva con una limousine e una fanciulla che vuole tanto cantare. E cantano, benissimo peraltro. Che tipo era, James Brown! Un fuoriclasse. Ho avuto la fortuna di incontrare molti personaggi e questo mi ha portato anche ad avere come socio Jerry Calà. Un amico, un fratello per me.

Come vi siete conosciuti?
Non so se si può scrivere... Avevamo una fidanzata in comune. Io non lo sapevo, Jerry neppure. Lei sì naturalmente! Ci siamo incontrati al ristorante del nostro amico Bonzo: una risata, una bevuta e siamo diventati amici. Bonzo nel frattempo è diventato un grande imprenditore della ristorazione e da quasi quarant’anni ogni lunedì di Pasqua ci ritroviamo a mangiare da lui ai Tre Camini, a Costermano sul Garda.

Come dev’essere un locale per piacere alla gente?
Un contenitore dove mixare cibo, musica, show accattivanti e molto altro: non solo divertimento, anche cultura e lifestyle. Posso dire senza falsa modestia di intendermene: ho scritto pagine di storia del mondo della notte e dell’intrattenimento in Italia. La vera movida.

Passato, presente e futuro.
Il Sestino Beach compie quest’anno 10 anni. Con Jerry e Yudi guardiamo avanti con entusiasmo. Le nostre serate cominciano con la formula del Dinner Show alle 21: si cena, si brinda e non manca la musica live. Quando si balla in consolle c’è una garanzia come Paola Peroni. E i grandi ospiti non mancano mai. Sul nostro palco sono passati Maurizio Vandelli e Riccardo Fogli, Katia Ricciarelli e Umberto Smaila, Enzo Iacchetti e Massimo Boldi, Fausto Leali e naturalmente Jerry che il 12 aprile tornerà con il suo concerto «Una vita da libidine».

Più facile o difficile rispetto a trent’anni fa?
Le formule vincenti non si cambiano, ma si adattano ai tempi e alle mode. C’è sempre un’evoluzione. Io volevo una posizione splendida, un giardino estivo con vista lago mozzafiato, uno staff di livello: questo ho. Yudi manda avanti tutto con sapienza, Jerry è al mio fianco, nel nostro salotto sono felice e mi diverto oggi come allora. Per me i bei tempi sono anche questi.

Che musica le piace?
È come con il cibo: dipende da cosa ho voglia di mangiare. Amo anche la classica, l’opera, non mi ritengo un intenditore ma mi piace ascoltare cose diverse. Non ho mai avuto paura di aprire, contaminare: abbiamo ospitato mostre di quadri, dato spazio a varie forme di arte. Nel modo giusto, senza annoiare.

Cos’ha di speciale il lago di Garda?
Desenzano, Sirmione, sono turismo e accoglienza. Qui c’è storia, tradizione, cultura. Il nostro lago è perfino più conosciuto dagli stranieri, è un diamante dalle mille sfaccettature. Mi ha sempre affascinato. Sono arrivato molto dopo gli antichi romani, ma come loro non me ne sono mai voluto andare. Ho avuto proposte vantaggiosissime da New York, Los Angeles, ma ho sempre rifiutato: amo stare qui.

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