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Alessandro Lucà: «Spegneremo la terza linea dell'inceneritore. Ballottaggio? Tratterò» IL VIDEO

di Redazione web
Il candidato a sindaco di Brescia, sostenuto dal M5S, Unione Popolare e Partito Comunista Italiano, ha parlato del suo programma in un'intervista rilasciata a Bresciaoggi
Alessandro Lucà, candidato sindaco per M5S, UP e Pci
Alessandro Lucà, candidato sindaco per M5S, UP e Pci
Alessandro Lucà, candidato sindaco di Brescia, intervistato da Giuseppe Spatola

Ambiente, legalità e sociale: sono questi i tre temi principali del programma di Alessandro Lucà, candidato sindaco per il Movimento 5 stelle, Unione popolare e Partito comunista italiano. Un impegno preso per il «territorio», rimettendo la politica al centro delle richieste di ogni singolo cittadino.

Mettete l’ambiente al primo posto del programma, ma su A2A a Brescia è scoppiato anche un caso politico per le nomine del Board fatte 15 giorni prima del voto dall’amministrazione uscente. Che posizioni prendete in merito?

Le nomine dovevano essere fatte dopo e non a due settimane dal voto. Dare questo messaggio di continuità assoluta nelle nomine e farlo da amministrazione uscente non è stato un messaggio di trasparenza. Sarebbe anche bastata una banale scusa, ammettendo che l’atteggiamento era poco ortodosso ma dettato dalle regole della Borsa. Ma non è stato fatto neppure questo. Altra occasione sprecata da parte del centrosinistra.

Guardando la sua coalizione è indubbio che sia rivolta a sinistra. È quindi probabile un dialogo con il Pd in caso di ballottaggio?

Dal nazionale abbiamo avuto la massima libertà di decisione. Il percorso che ha portato alla nascita della coalizione che mi sostiene è stato molto trasparente. Io sono stato coinvolto perché permettevo a Unione Popolare di ragionare sul territorio con i 5 Stelle. In questo momento ci confrontiamo su programmi differenti. Se un domani dovessi decidere di votare qualche provvedimento che rientra nelle nostre priorità non starò a guardare da chi è stato presentato. In questo senso ci sentiamo liberi di scegliere quello che secondo noi è la via migliore per la città.

È indubbio che i vincitori delle ultime tornate elettorali siano stati gli astenuti. Che sensazione ha in questa campagna?

Non nascondo che ho preso la decisione di accettare la candidatura dopo le regionali vedendo che il 48 per cento dei bresciani non aveva votato. Oggi ho la percezione che si sia mosso qualcosa. Credo che l’alternativa ai due schieramenti principali stia dando l’opportunità a molti di scegliere e votare.

Che numeri vi aspettate?

Onestamente non ne abbiamo mai discusso. Abbiamo parlato solo di programmi e impegno. Non ci aspettiamo nulla, non è nelle mie corde dare numeri. Vogliamo far capire ai cittadini di andare al voto al primo turno perché sarà il 14 e il 15 maggio a decidere il peso delle liste in Consiglio comunale.

Di fatto a Brescia oggi insistono due fronti: da una parte quelli della continuità e dall’altra chi vuole discontinuità di governo. Voi su cosa chiedere di essere discontinui?

Il centrosinistra si è presentato in questa campagna elettorale con Del Bono sponsor in campo come fosse ancora lui il candidato sindaco. Questo è sinonimo di debolezza delle liste schierate su un candidato come Laura Castelletti assolutamente debole se ha bisogno dell’intervento di un tutor per la campagna elettorale. Il centrosinistra sta lavorando in assoluta continuità. La nostra discontinuità è sull’ambiente ad esempio. Con noi portiamo personaggi come Marino Ruzzenenti, sempre esclusi da ogni tavolo da questa amministrazione. Diamo risposte concrete come lo spegnimento della terza linea dell’inceneritore. Da qui occorrerà reinventare un ciclo di gestione dei rifiuti. Se inserisci nel programma le commissioni per studiare gli effetti dell’inquinamento poi non si potrà ignorare i risultati che noi temiamo essere pesanti per l’intera città.

E la mobilità come potrà svilupparsi ed evolvere verso la sostenibilità?

Come per l’ambiente non si può agire solo su un fronte. E’ ovvio che bisognerà disincentivare l’utilizzo del mezzo privato a favore del pubblico. Ma come attuare la riforma? Oggi c’è una Metropolitana costruita tagliando fuori metà città. Ovvio intervenire per completare il servizio con il Tram il cui progetto è già avviato. Ma serviranno opere e infrastrutture a completamento. Esistono tante formule. La Brescia internazionale non è la Brescia solo del grande evento ma dovrebbe essere quella che prende il meglio dalle altre città europee.

L’idea di mettere Brescia al centro tra Lombardia e Veneto può essere volano culturale e imprenditoriale dopo il 2023?

L’anno da Capitale della Cultura è stato designato per via legislativa e non per gara. Manca progettualità e l’opportunità andava sfruttata in altro modo. La cultura andava declinata anche su ambiente, legalità e scuola non solo sugli eventi.•.

Il confronto con i candidati a sindaco di Brescia proseguirà nei prossimi giorni. Dopo le interviste a Lucà e Alessandro Maccabelli, toccherà anche a Laura Castelletti e Fabio Rolfi. 

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