Alla scoperta della diga e della vecchia dogana

I ruderi della vecchia dogana
I ruderi della vecchia dogana
I ruderi della vecchia dogana
I ruderi della vecchia dogana

Una suggestiva e tortuosa strada che richiede attenzione, ma che ripaga ampiamente l'impegno con scorci panoramici dove la bellezza della natura è assolutamente coinvolgente, sale da Gargnano in Valvestino. Circa 28 chilometri di autentiche sorprese che separano le affollate sponde del lago di Garda da questa silenziosa valle. Un itinerario che propone panorami inaspettati unitamente a una vegetazione che passa gradatamente da oleandri e olivi, tipicamente mediterranei, ai boschi di rovere e orniello fino ai faggi, agli aceri e ai pini silvestri per raggiungere poi gli alti pascoli. Insenature verdi e rocce incombenti si rincorrono e si specchiano nel lago artificiale di Valvestino formato dalla grande diga costruita nel 1962. La diga, un’imponente arcata di cemento armato alta 124 metri, ha uno sviluppo al suo coronamento di 282,45 metri e una capacità d’invaso di 52 milioni di metri cubi d’acqua.

Un fiordo che si incunea nelle montagne dove le acque e la vegetazione diventano un tutt'uno. Nel caso in cui i livelli delle acque siano bassi è possibile veder affiorare i ruderi sommersi della vecchia dogana che segnava il confine con l’Austria

INTERAMENTE compresa nel Parco dell'Alto Garda e di notevole importanza ambientale per la presenza di flora endemica, la Valvestino è anche ricca di storia. Abitata sin dalla preistoria, luogo di transito per i romani, e parte del ducato longobardo, fu feudo dei conti di Lodrone e sotto il dominio del principato vescovile di Trento. Terra di confine, dopo la dominazione asburgica, divenne italiana nel 1915.

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