Ancora una volta la Valcamonica si piega davanti alla natura. E paga un conto pesante: era trascorsa da poco la mezzanotte la notte scorsa quando un violentissimo temporale ha interessato in particolare Niardo, e in misura minore Braone, che è stato investito da un’intensissima pioggia, poco meno di 200 millimetri d’acqua caduti in due ore. Così già tristemente famosi torrenti Re e Cobello, che tra l’altro erano stati ripuliti da poco tempo da arbusti e sassi, si sono ingrossati a dismisura esondando e trasportando con se fino a via Nazionale, al Crist e Brendibusio una grande quantità di fango, di sassi massi e di tronchi che hanno provocato gravissimi danni ad abitazioni ed attività commerciali.
Questa nuova alluvione, che rimanda a quella dell’agosto di 35 anni fa, ha provocato, magari aggravandoli, tantissimi problemi alle famiglie residenti ed in particolare ai titolari d’aziende e di esercizi commerciali, con danni nell’ordine di milioni di euro. Un sordo brontolio, assolutamente diverso da quello tipico dei temporali ed udito chiaramente nelle abitazioni, ha messo in allarme le famiglie che risiedono accanto ai due corsi d’acqua: erano i sassi ed i massi che a tonnellate, mischiati ad altro materiale, franavano a valle, scavalcando e demolendo in diversi punti gli alvei, invadendo i vasti prati a digradare di Niardo, per finire la loro corsa nel popoloso sottostante nucleo abitato, con il fango che cancellava strade e sentieri , entrava nelle cantine fino a sfiorare od addirittura a raggiungere i primi piani delle case.
La massa franosa finiva con l’invadere anche i binari della ferrovia: la linea veniva interrotta e le corse fra Breno e Capo di Ponte sospese, così come veniva per diverse ore a mancare l’elettricità l’acqua potabile ed il gas. Tre signore anziane hanno dovuto ricorrere alle cure del personale sanitario per alcune contusione e sono state portate in ospedale per accertamenti, ma le loro condizioni non destano preoccupazione. All’altezza del tratto che attraversa Niardo la colata andava a sfiorare e quasi ad infrangersi sul guardrail che limita la carreggiata della superstrada, che veniva immediatamente chiusa al traffico, riaperta in mattinata a senso unico alternato fra i chilometri 90 e 91.
La viabilità verso l’alta valle sarebbe poi stata ripristinata poche ore dopo, sempre nella mattinata. Rimane invece chiuso all’altezza del bivio per Niardo e fino ai confini di Braone, il tratto Statale 42 interessato dall’evento alluvionale. I mezzi in transito nei due sensi di marcia devono quindi percorrere in salita il tratto che conduce nei due paesi ed impegnare la intercomunale per poi tornare sulla viabilità ordinaria. Dopo l’allarme è scattata prontamente un’imponente macchina dei soccorsi e sul territorio niardese si sono adoperati nel cuore della notte Vigili del Fuoco di vari distaccamenti. Volontari della Protezione Civile locali e non, Carabinieri e Polizia Stradale, oltre ai mezzi meccanici che fin da subito hanno iniziato a rimuovere la grande massa di fango, di massi e di detriti.
La Regione aveva autorizzato il Comune ad effettuare interventi di pronto intervento e gli escavatori hanno immediatamente iniziato a ripulire il letto dei due torrenti, che giova ricordarlo fino al giorno prima si trovavano in buonissime condizioni. La visione della zona del Crist/Brendibusio dove si sta operando con alacrità e rapidità per rimuovere la montagna di fango accumulatasi è veramente da paesaggio lunare, quasi che un terremoto avesse sconvolto la geografia dei sito. Ieri in serata ancora trenta persone erano fuori casa.
Ed è iniziata la conta dei danni. «Abbiamo superato quota 700mila euro - ha spiegato l’assessore regionale al Bilancio Davide Caparini - I lavori realizzati in questi anni hanno evitato che la tragedia potesse essere ancora più grave».