Gli «sguardi sospesi» ricordano la tragedia

Uno dei pannelli fotografici con le «reliquie» esposti in Loggia
Uno dei pannelli fotografici con le «reliquie» esposti in Loggia
Uno dei pannelli fotografici con le «reliquie» esposti in Loggia
Uno dei pannelli fotografici con le «reliquie» esposti in Loggia

Sono passati 42 anni da quel 28 maggio quando una mano assassina provocò la strage che fece otto vittime e 103 feriti. Per tener viva la memoria su una ferita ancora aperta, che ha lasciato un segno indelebile, Albano Morandi, docente di pittura all'Accademia di belle arti SantaGiulia di Brescia, ha voluto realizzare un’originale allesimento. «Sguardi sospesi con reliquie», questo il titolo è stato inaugurato ieri nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia. Lo stesso salone che ospitò la camera ardente di sei delle otto vittime. «L'installazione – spiega il professor Morandi- è una ripresa della mostra fotografica “Sguardi sospesi” organizzata in occasione del quarantesimo anniversario della strage, ma con un tassello in più: le reliquie».

I dodici pannelli fotografici contengono un collage di ventuno momenti immortalati dal fotografo Ken Damy in occasione dei funerali delle vittime.

PROTAGONISTI sono volti sconosciuti, ma molto espressivi. Molte delle immagini sono accompagnate dalle parole che Pier Paolo Pasolini scrisse sul Corriere della Sera, nel 1974, nella sua famosa lettera «Cos'è questo golpe? Io so». Ma, quest'anno, a completare le immagini sei studenti del terzo anno del corso di pittura dell'Accademia, hanno voluto mettere davanti a ogni pannello una «reliquia». Sono scarpe, guanti, lattine, sedie, bottiglie, oggetti simbolo di una vita quotidiana spezzata all'improvviso che hanno «trasformato un percorso di immagini e parole in una vera e propria mostra d'arte contemporanea».MAR.GIAN.

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