padre barricato in casa

Il carabiniere negoziatore: «Diceva di amare tanto il bimbo. S’è capito che avrebbe mollato»

Il racconto di Mirko Gatti, luogotenente dei carabinieri che ha convinto il 35enne ad uscire di casa: «È stata una trattativa lunga e complessa. La svolta? Quando ci ha fatto parlare con il piccolo. Ci siamo avvicinati alla porta e ci ha aperto»
I carabinieri a Roncadelle, dove un padre si era barricato in casa con il figlio di 4 anni
I carabinieri a Roncadelle, dove un padre si era barricato in casa con il figlio di 4 anni
I carabinieri a Roncadelle, dove un padre si era barricato in casa con il figlio di 4 anni
I carabinieri a Roncadelle, dove un padre si era barricato in casa con il figlio di 4 anni

Una lunga e delicata trattativa. E' quella che per 15 ore, a Roncadelle, è andata in scena nel tentativo, poi riuscito, di far aprire la porta di casa al padre  che si era barricato con il figlioletto di 4 anni, dopo averlo sottratto all'assistente sociale nel corso di un incontro protetto a Rodengo Saiano. «Abbiamo subito percepito che la negoziazione poteva andare bene perché il padre continuava a ripetere di provare un grande amore per il figlio», racconta Mirko Gatti, il luogotenente dei carabinieri che ha convinto il 35enne ad uscire.

Il padre portato via dai carabinieri

Le telefonate e gli appostamenti

Operazione delicata, quella di Roncadelle. Con i militari delle aliquote di primo intervento (Api) fuori dalla porta di casa, pronti ad ogni evenienza e il negoziatore in azione.   La svolta? «Quando in mattinata ci ha fatto parlare con il bambino dopo la lunga notte di trattative e silenzi» racconta Gatti. 

Le aliquote di primo intervento a Roncadelle

L'apertura della porta di casa, col bimbo in braccio, e il dialogo 

«Abbiamo pensato che la strada intrapresa era quella giusta e così ci siamo avvicinati alla porta di casa e ci ha aperto. Il fatto che avesse in braccio il figlio in quel momento era una garanzia che non avrebbe fatto nulla di male a noi e a lui. E così - racconta il luogotenente - ci siamo seduti tutti al tavolo con l’uomo, mentre il bambino giocava con un collega carabiniere e con una assistente sociale».

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Una trattativa «lunga e complessa» - spiega il luogotenente Gatti - che si è conclusa nel modo migliore perché «tutto è andato per il verso giusto».•.

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