Si è conclusa positivamente verso le 10.30 del mattino di giovedì 6 ottobre la vicenda che, a Roncadelle, ha tenuto per ore con il fiato sospeso. Il padre 35enne che, nel pomeriggio di mercoledì 5 ottobre, si era barricato in casa con il figlio di 4 anni, alla fine ha aperto la porta. Questo sabato mattina, alle 10.30 nel carcere di Brescia, si terrà l’interrogatorio di convalida dell’arresto per l'uomo, che è stato accusato del sequestro del bambino, ora affidato alla madre - da cui l’uomo è separato - e ai servizi sociali. E proprio sabato 8 ottobre il piccolo compie 5 anni.
Il padre barricato in casa con il figlio a Roncadelle ha aperto la porta dopo 15 ore
L'uomo era disarmato e teneva in braccio il figlio. Il piccolo stava bene, dopo avere trascorso le lunghe ore di tensione giocando senza rendersi conto di quello che stava accadendo. Il padre, ai carabinieri che con lui hanno condotto una lunga e serrata trattativa, si è detto pentito per il gesto.
Le carezze del figlioletto al padre che piangeva
«Quando è stato preso dall’educatrice, il piccolo ha accarezzato il padre che piangeva disperato. L’amore per il figlio negli ultimi tempi si era trasformato in una ossessione», ha racconta il legale dell’uomo, l’avvocato Alberto Scapaticci
Bimbo sottratto il 5 ottobre all'assistente sociale
Il 35enne di origini rumene ha agito d'impulso nel corso di un incontro con il piccolo - che da qualche tempo è ospite di una struttura protetta insieme alla madre - e l'assistente sociale, avvenuto in un parco di Rodengo Saiano. Incontro al quale si è presentato con una pistola scacciacani modificata. Dopo aver sottratto il bambino all'assistente sociale, una donna di 36 anni, si è allontanato in automobile diretto verso casa, a Roncadelle.
Madre e figlio erano in una struttura protetta per un caso risalente a novembre 2021
A novembre 2021 il 35enne aveva aggredito la madre del piccolo (una connazionale di 27 anni) e il suo avvocato nello studio legale a Iseo e per questo era poi stato condannato a un anno e 4 mesi.
Barricato nell'appartamento di Roncadelle per oltre 15 ore
Padre e figlio sono stati rintracciati poco dopo nell'abitazione dell'uomo, a Roncadelle, dove il padre è rimasto barricato per ore, rifiutandosi di aprire a chiunque e agitatissimo.
Area transennata, carabinieri in azione tra aliquote speciali e negoziatore
Sul posto erano arrivati in pochi minuti i carabinieri che, dopo aver allontanato i curiosi, avevano chiuso l'accesso alla zona con del nastro bianco e rosso. Temendo il peggio erano intervenuti anche i militari delle aliquote di pronto intervento (Api), per eventuali irruzioni nell'appartamento, delle quali non c'è stato bisogno. Il luogotenente dell'Arma, Mirko Gatti, è stato il prezioso negoziatore.
LEGGI LA TESTIMONIANZA DEL CARABINIERE NEGOZIATORE
La mattina del 6, a Roncadelle, sono arrivati anche il neo comandante dell'Arma, il colonnello Vittorio Fragalà, l'avvocato del padre, Alberto Scapaticci, il procuratore capo di Brescia Francesco Prete e la pm Marzia Aliatis che hanno affiancato il carabiniere negoziatore nelle lunghe e delicate trattative.
Le spiegazioni dell'uomo barricato in casa: non mi fanno vedere mio figlio
«Volevo vedere mio figlio - ha spiegato agli inquirenti durante le lunghe ore di trattative telefoniche -. Mi fanno vedere mio figlio come se fossi un pedofilo. Ho commesso i miei errori, ma non posso non vedere il bambino».
«Gli è stato detto che capivamo la sua situazione - spiega l’avvocato Scapaticci -. Ma gli è stato spiegato che non era quello il modo con cui rivendicare le proprie ragioni. Il negoziatore dei carabinieri per ore ha cercato di farlo ragionare e alla fine ha capito che liberare il bimbo e consegnarsi era l’unica via d’uscita da una situazione che avrebbe potuto degenerare».
Dall'apertura della porta all'arresto. L'accusa: sequestro di persona
Le lunghe ore di tensione si sono sciolte con l'apertura della porta di casa verso le 10.30 di giovedì 6 ottobre. Il 35enne è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona aggravato e portato in carcere. Ai carabinieri ha indicato dove aveva appoggiato l'arma utilizzata nel pomeriggio di mercoledì per minacciare l'assistente sociale all'incontro protetto.
Nelle prossime ore comparirà davanti al gip per la convalida del provvedimento.
La dichiarazione della vicesindaco di Roncadelle
«Dopo la collocazione di madre e figlio in una struttura protetta, il nucleo famigliare era seguito dai nostri Servizi sociali - spiega la vicesindaco di Roncadelle, Nadia Belleri -. Non erano mai stati segnalati problemi. Il percorso stava procedendo normalmente.
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Le reazioni di avvocati e padri separati
Il caso di Roncadelle, con il padre separato che per 15 ore ha rapito il figlio, sottraendolo all'assistente sociale durante un incontro protetto, fa discutere e riflettere chi, ogni giorno, si occupa di vicende familiari. Abbiamo sentito un'avvocata del centro antiviolenza Casa delle Donne, il Cerchio degli Uomini di Brescia e l'associazione Papà separati.