Sesso con minore in palestra: condannati Perini e Argentini

di Paola Buizza
Il processo  di primo grado si è concluso ieri pomeriggio con due condanne
Il processo di primo grado si è concluso ieri pomeriggio con due condanne
Il processo  di primo grado si è concluso ieri pomeriggio con due condanne
Il processo di primo grado si è concluso ieri pomeriggio con due condanne

Dopo Carmelo Cipriano, maestro di karate in una palestra di Lonato, la sentenza di condanna si abbatte anche sugli «amici» Darix Argentini e Sandro Perini. Si è concluso ieri, davanti alla corte presieduta dalla giudice Maria Chiara Minazzato, il processo nei confronti degli altri due uomini accusati di aver consumato rapporti sessuali con Giada, la ragazza (oggi venticinquenne) già parte civile nel procedimento contro Cipriano, condannato a nove anni per abusi sessuali su alcune sue allieve. Una condanna, quella arrivata ieri dopo un’ora di camera di consiglio, con la riqualificazione del reato da «violenza di gruppo» a «violenza su minore». Sei gli anni inflitti a Sandro Perini a fronte dei 6 anni e 3 mesi chiesti dalla pm Erica Battaglia, 4 ad Argentini per il quale ne erano stati chiesti 7. Per entrambi la giudice ha disposto anche le interdizioni di legge e le pene accessorie oltre alla provvisionale, da liquidarsi in giudizio civile, rispettivamente di 8mila e 4mila euro. «Pene equilibrate – ha commentato l'avvocato della giovane, Riccardo Caramello -. Mi ritengo soddisfatto anche se di fronte a vicende così gravi rimane l'amaro in bocca. Ma la risposta dell'autorità giudiziaria c'è stata sia con Cipriano che oggi». E il karateka Cipriano è stato più volte citato ieri nel corso dell’udienza. Un soggetto, ha sottolineato l’avvocato Caramello «che ha approfittato dell’arte nobile del karate per dare sfogo alle sue perversioni sessuali» iniziando a corrompere Giada «quando aveva un’età in cui è difficile capire cosa è giusto e cosa è sbagliato». Un rapporto di soggezione, quello nei confronti del maestro, del quale i due imputati «avevano consapevolezza - ha sostenuto la pm - e ne hanno approfittato per compiere atti sessuali» quel sabato finito al centro dell’inchiesta. Non credibili per la Procura le loro scusanti: né l’alibi di Perini - «ogni fine settimana andavo a Milano per prendere mia figlia» - il quale ha negato di aver avuto rapporti sessuali con la ragazza, né la testimonianza di Argentini, che ha ammesso di aver toccato Giada nelle parti intime «durante un massaggio» ma di non essersene reso conto, allontanandosi una volta accortosi dell’accaduto. E poi l’età della giovane al tempo dei fatti. Secondo l’accusa tra i 14 e i 16 anni. Per i difensori degli imputati - che avevano chiesto l’assoluzione - 16 anni compiuti e quindi «consenziente». Ma i due legali hanno anche espresso «forti dubbi sulla soggezione che Giada avrebbe avuto di Cipriano», tanto da essere indotta a soddisfare le sue perversioni sessuali. A sostegno delle loro tesi hanno portato alcuni messaggi che la ragazza avrebbe scambiato con gli imputati, dimostrando, a loro dire, rapporti personali che nulla c’entrano con Cipriano. «Sono contenta ed emozionata che questo lungo percorso sia giunto alla fine - ha commentato la vittima -. Ho vissuto un’esperienza drammatica e ancora più drammatico è stato il bisogno costante di dimostrare agli occhi degli altri una verità che per me era scontata. Ora sono più forte». •.

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