Timken, si attiva Confindustria «Tutelare la valle e i lavoratori»

di Marta Giansanti
Il presidio dei lavoratori della Timken che il 19 luglio scorso, all’improvviso, sono stati informati della volontà da parte della multinazionale di chiudere l’attività nella sede valtrumplinaNello stabilimento di Villa Carcina lavorano 105 persone
Il presidio dei lavoratori della Timken che il 19 luglio scorso, all’improvviso, sono stati informati della volontà da parte della multinazionale di chiudere l’attività nella sede valtrumplinaNello stabilimento di Villa Carcina lavorano 105 persone
Il presidio dei lavoratori della Timken che il 19 luglio scorso, all’improvviso, sono stati informati della volontà da parte della multinazionale di chiudere l’attività nella sede valtrumplinaNello stabilimento di Villa Carcina lavorano 105 persone
Il presidio dei lavoratori della Timken che il 19 luglio scorso, all’improvviso, sono stati informati della volontà da parte della multinazionale di chiudere l’attività nella sede valtrumplinaNello stabilimento di Villa Carcina lavorano 105 persone

Ricollocare i lavoratori in altre realtà industriali del territorio e cercare un possibile acquirente del sito produttivo: è la linea strategica adottata da Confindustria Brescia sul «caso Timken». L’intento principale è quello di «tutelare i dipendenti dello stabilimento e l’economia locale». Soluzioni concrete annunciate ieri in una nota ufficiale «a seguito della conferma definitiva» della multinazionale statunitense della scelta di fermare il lavoro nella sede di Villa Carcina, «convalidata anche nei più recenti vertici istituzionali». Uno stop alle attività, con licenziamento collettivo, comunicato per la prima volta il 19 luglio alle 105 risorse, da allora riunite in presidio permanente. E l'associazione degli industriali bresciani non ha perso tempo, muovendosi«da subito attraverso incontri tra proprietà, parti sociali e istituzioni. Ma «la conferma da parte della multinazionale di chiusura dell’impianto produttivo - spiegano da via Cefalonia - ha richiesto una differente azione di intervento, incentrata su due chiare direttrici che agiscano contestualmente: il ricollocamento dei dipendenti in altre aziende territoriali, soluzione che dovrà essere affiancata da una politica attiva di formazione e adeguamento, e l’individuazione di un possibile acquirente del sito interessato alla riconversione». Operazioni possibili: la maggior parte degli operai «è altamente qualificata nell’ambito della meccanica, una delle specializzazioni più richieste oggi». Motivo per cui, «già diverse imprese hanno manifestato la disponibilità a valutare l’inserimento di una parte di essi». E la fabbrica «che occupa una superficie coperta di circa 17mila metri quadri su 65mila metri complessivi, si trova in un’area ad alta capacità industriale e produttiva come la Valtrompia e in tal senso può rappresentare una reale opportunità per un eventuale nuovo utilizzo». Un intervento diretto molto apprezzato dalla Fiom di Brescia: «Il fatto che Confindustria ufficializzi in modo concreto la sua posizione - sottolinea il segretario generale Antonio Ghirardi - è un fatto davvero importante per la condizione dei lavoratori della Timken e per la possibilità del mantenimento di un'importante realtà produttiva. Gli industriali bresciani hanno tutta la volontà, la conoscenza, le risorse e le capacità imprenditoriali per intervenire e trasformare una vicenda drammatica in una nuova opportunità». Dopotutto, tiene a specificare Franco Gussalli Beretta, leader dell’associazione di via Cefalonia, «il lavoro è il nostro centro di attenzione e Confindustria Brescia vuole essere una piattaforma di raccordo per trovare soluzioni. Dobbiamo fare sistema per essere vicini al territorio nella gestione delle crisi». Ci si aspetta, però, che «Regione Lombardia, visti i progetti di finanziamento di piani di formazione utili al ricollocamento dei lavoratori recentemente varati, possa assumere un ruolo centrale nella vicenda, favorendo un Protocollo d’intesa tra le parti. Il tessuto economico provinciale è solido e dinamico, ci troviamo di fronte a una crisi aziendale frutto solo della decisione di un grande gruppo internazionale». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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