L'EMERGENZA

L'epidemia di aviaria: oltre 500 i gabbiani morti sul Garda

di Alessandro Gatta
Ma ora la migrazione si starebbe spostando verso Sud, seguendo il corso del Mincio: prime segnalazioni nei laghetti di Mantova. Sul Benaco preoccupazioni per il turismo. L'Ats ribadisce l'invito alla cautela
Continua la moria di gabbiani sul Garda, ma l'epidemia sta mostrando i primi segni di rallentamento
Continua la moria di gabbiani sul Garda, ma l'epidemia sta mostrando i primi segni di rallentamento
Gli operatori della Provincia di pattuglia sulle spiagge del Garda per raccogliere i gabbiani

Il peggio sembra passato, ma la cautela è d'obbligo: i prossimi giorni saranno decisivi per comprendere l'evoluzione del fenomeno. Nel frattempo la «peste» del Garda che nell'ultima settimana e mezza ha sterminato centinaia di gabbiani comincia a rallentare: non risultano segnalazioni ieri a Desenzano come a Manerba, solo «poche unità» a Padenghe, meno di una decina a Salò (che proprio ieri ha diramato un avviso alla popolazione), qualche caso a Sirmione (ma si contano sulle dita di una mano), una ventina a San Felice. Questi gli ultimi numeri dell’ influenza aviaria, ceppo H5N1 ad alta patogenicità come confermato dalle analisi dell'Istituto zooprofilattico: il primo caso accertato a Toscolano Maderno, poi a Desenzano e in rapida sequenza in tutti i Comuni della riviera.

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Il battello spazzino per la raccolta in mezzo al lago

«Sembra ormai chiaro che i gabbiani muoiano al largo e che le carcasse arrivino poi sulle nostre rive trasportati dalla corrente - spiega il sindaco di San Felice, Simone Zuin - e per questo, in accordo con il sindaco di Manerba, ho chiesto alla Comunità del Garda di attivarsi con Garda Uno, che avrebbe già dato la disponibilità del battello spazzino per la raccolta in mezzo al lago».

Pochi ritrovamenti a Salò, meno di 10 carcasse. «Almeno sul nostro territorio la situazione risulta contenuta - dice il vicesindaco, Federico Bana - Ieri abbiamo comunque pubblicato un avviso con cui si invita la cittadinanza, in caso venissero rinvenuti volatili morti su area pubblica, di segnalare i casi prontamente all'Ufficio tecnico (telefono 0365 296864) che provvederà a contattare la polizia Provinciale per il recupero delle carcasse».

Le indicazioni di Ats: non toccare le carcasse

Non cambiano le indicazioni di Ats, l'autorità sanitaria: non toccare le carcasse né tanto meno rimuoverle in autonomia, ma avvisare i Comuni, la stessa Ats, la Provinciale, la Polizia locale. In caso di contatto è bene lavarsi accuratamente le mani, lavare i vestiti ad alte temperature (almeno 60 gradi) e stare alla larga, per qualche giorno, da altri volatili domestici o da allevamento.

Ad oggi un primo bilancio stima tra i 400 e i 500 gabbiani morti solo sul Garda bresciano: dai 150 ai 200 a Desenzano, fino a 150 a Manerba, poco meno di un centinaio a San Felice, una cinquantina tra Moniga e Padenghe tra i paesi più colpiti. «Vero è che l'aviaria c'è sempre stata - spiega Antonio Vitali, direttore del Dipartimento veterinario di Ats Brescia - ma è altrettanto vero che negli ultimi anni quello che è successo non si era mai verificato. Il rischio per la popolazione rimane basso, basta evitare di raccogliere le carcasse e segnalare; in accordo con i Comuni cerchiamo di intervenire il prima possibile. I primi focolai di H5N1 nei selvatici sono stati rilevati in Nord Europa, ma lo scorso inverno ne abbiamo contati 35 solo negli allevamenti bresciani. Il fenomeno dell'aviaria sul Garda è presente anche sulle sponde veronesi e trentine, ora sembra che la migrazione si stia spostando seguendo il corso del fiume Mincio, con le prime segnalazioni nei laghetti di Mantova.

L'aspetto curioso è che il lago di Iseo non è stato minimamente interessato. Aspettiamo e vediamo cosa succede nei prossimi giorni. Cercheremo anche di capire il perché le infezioni si siano concentrate alle colonie di gabbiani».

Le prime preoccupazioni per il turismo

Intanto c'è chi comincia a sollevare preoccupazioni per il turismo. «Adesso l'emergenza è contenibile, tra due mesi con l'aumento degli arrivi turistici sarebbe stata insostenibile - dice Andrea Spiller, consigliere di minoranza a Desenzano per 5 Stelle e L'altra Desenzano - e a maggior ragione vorremmo che l'amministrazione fosse più presente, per informare e tranquillizzare i tanti cittadini che anche a noi hanno chiesto cosa stia succedendo».

Cauto ottimismo tra gli operatori. «Se fosse successo d'estate, sarebbe stato un bel problema - ammette Giuseppe Caccamo, presidente del Consorzio albergatori di Desenzano - e in ogni caso speriamo che si concluda presto, perché la stagione è alle porte (tre settimane alla primavera) e comunque non è una gran bella pubblicità per il nostro lago: prima l'acqua che manca, adesso i gabbiani che muoiono. Ma dopo tutto quello che abbiamo superato, dal Covid al caro energia, direi che abbiamo le spalle larghe. E la stagione si prospetta buona come la precedente, che è stata da record».

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