AMBIENTE

Progetto rospi, in arrivo nuove barriere per la sicurezza degli animali

di Paolo Baldi
La Comunità montana conferma l'interesse per la tutela ambientale e finanzia un nuovo sistema di protezione degli anfibi dal traffico. Intanto, a Idro, sono stati messi in salvo 13 mila esemplari
Il primo intervento di protezione attuato a Barghe qualche anno fa
Il primo intervento di protezione attuato a Barghe qualche anno fa
Il primo intervento di protezione attuato a Barghe qualche anno fa
Il primo intervento di protezione attuato a Barghe qualche anno fa

«Pochi giorni fa ho accolto due classi della nostra scuola elementare durante una visita in municipio. Gli scolari mi hanno fatto tante domande, qualcuno mi ha anche detto di aver visto tanti rospi schiacciati lungo la strada nelle settimane scorse, e che cosa si poteva fare per salvarli. Mi ha colpito l’interesse dei bambini per l’ambiente, quei bambini che in questo ambiente dovranno vivere a lungo, e ho risposto loro che si stava lavorando per risolvere il problema». È soddisfatto Giovan Battista Guerra, sindaco di Barghe e assessore all’Ambiente della Comunità montana della Valsabbia, ma lo sono molto di più i volontari del Progetto rospi (appartenenti ad associazioni ambientaliste, semplici cittadini, guardie ecologiche volontarie e intere famiglie), perché proprio l’ente comprensoriale di Nozza di Vestone ha nuovamente acconsentito a sostenere la storica campagna di protezione degli anfibi che nel Bresciano vede proprio in Valsabbia gli interventi più importanti.

Lo ha fatto accogliendo una proposta concreta del volontariato, decidendo di finanziare l’acquisto di un chilometro di barriere che serviranno a mettere in sicurezza (per i piccoli animali) un tratto della provinciale 237 tra la località Ponte Re (di Barghe) e il confine con Vestone. Sinteticamente, una volta ottenuto il via libera dei titolari dei fondi e della Provincia, lungo entrambi i lati della strada e in posizioni sicure verranno posate barriere in plastica morbida sorrette da picchetti: impediranno agli anfibi di arrivare direttamente sull’asfalto nei loro spostamenti notturni primaverili per la deposizione delle uova nel Chiese (e nel ritorno), costringendoli a usare due sottopassi già esistenti ed evitando così lo schiacciamento in massa che si verifica ogni anno notato con sgomento anche dai bambini. Prima della pandemia in questo stesso tratto erano stati attuati due successivi interventi analoghi con barriere temporanee; ora si passerà, per dirla con Guerra, a «un più efficace sistema strutturato» e a barriere fisse.

Saranno i volontari a occuparsi ovviamente gratis della posa e della manutenzione periodica, e sono i volontari a ringraziare la Comunità montana, che come dice il sindaco e assessore «ha attenzione per la tutela dell’ambiente. Un’attenzione che passa anche da interventi come questo. In giunta c’è stato un dibattito costruttivo su questa proposta e nessuna opposizione». Quello che verrà attuato a Barghe sarà il terzo piano di protezione degli anfibi in Valsabbia: proprio quest’anno è stato finalmente attuato quello legato al lago di Bongi, a Mura (anche questo sostenuto dalla Comunità montana, oltre che dall’Enel e dal Comune), mentre nel weekend appena trascorso le guardie ecologiche volontarie della Valsabbia e della Provincia e gli attivisti del Progetto rospi hanno provveduto alla manutenzione delle ormai storiche barriere fisse installate per lo stesso scopo da decenni a Idro. Dove per inciso, in questa primavera grazie a tante persone sono stati protetti dalle auto e aiutati nel percorso riproduttivo circa 13mila rospi comuni.

L’operazione insomma cresce e rilancia, e tra gli obiettivi c’è anche quello fondamentale - pandemia permettendo - di ripartire con gli interventi didattici nelle scuole del territorio portati avanti per anni, con presentazioni in classe del mondo degli anfibi - indicatori ecologici e tassello fondamentale dell’equilibio ambientale - e con uscite notturne nei siti della migrazione riproduttiva alla scoperta del «popolo del fango». «Certe cose non sono state considerate nel passato - conclude il sindaco di Barghe - ed è il momento di farlo. Bisogna pensare ad attraversamenti sicuri per tutta la fauna, non solo per gli anfibi, nella costruzione di nuove strade, questo per restituire almeno una parte di quello spazio vitale che abbiamo occupato».•.

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