La Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per Mirto Milani, Silvia e Paola Zani che devono rispondere dell'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa 55enne di Temù uccisa il 7 maggio 2021 e il cui corpo venne ritrovato l'8 agosto 2021 in Valcamonica. Le due figlie della vittima e il fidanzato della maggiore hanno confessato lo scorso 25 e 26 maggio. «L’abbiamo stordita diluendo le benzodiazepine dentro una tisana, poi quando si è assopita le abbiamo messo un sacchetto in testa e cercato di strangolarla con una fettuccia in velcro. Visto che non riuscivamo a stringere con forza abbiamo deciso di strozzarla a mani nude. Nonostante fosse quasi incosciente si muoveva quando ha iniziato a non avere più il respiro». Questa la tragica sequenza del delitto raccontata dai tre arrestati lo scorso 24 settembre.
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Nella confessione avrebbero parlato di «rapporti famigliari tesissimi», con la madre. Non quindi un movente economico, quello che invece viene contestato dagli inquirenti e a cui si fa riferimento anche nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Tutto il resto però coincide tra quanto scoperto, ricorrendo nelle indagini anche a strumenti come il contapassi. Elementi che si sono accumulati giorno dopo giorno, portando prima all’iscrizione nel registro degli indagati, poi all’arresto. Ora, le confessioni.
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