L’ex marine anglo-camuno: «L’Ucraina merita rispetto»

di Luciano Ranzanici
Michael Mc Garrey durante la visita a Breno tra parenti e amici prima di fare rotta dai familiari in Calabria
Michael Mc Garrey durante la visita a Breno tra parenti e amici prima di fare rotta dai familiari in Calabria
Michael Mc Garrey durante la visita a Breno tra parenti e amici prima di fare rotta dai familiari in Calabria
Michael Mc Garrey durante la visita a Breno tra parenti e amici prima di fare rotta dai familiari in Calabria

Michael Mc Garrey è il simbolo della mobilitazione mondiale in aiuto dell’Ucraina invasa dalla Russia. Famiglia di origine calabro-camuna, statunitense d’adozione è partito per Kiev per sostenere le popolazioni sotto le bombe. Nel corso di una licenza è arrivato a Breno per conoscere un parente, l’ingegner Raffaele Iacovini, originario di Fagnano Castello, un paese in provincia di Cosenza, cresciuto nel bresciano e residente da tanti anni proprio in Valcamonica. Il 41enne statunitense, che risiede a Fort Campbell fra il Kentucky ed il Tennessee, come detto sta operando in Ucraina. Michael Mc Garrey, la nonna del quale era emigrata in America molto tempo fa, negli States ha esercitato la professione di idraulico ed ha poi vestito per dieci anni la divisa di nell’Us Army - , con il grado di sergente, «combattendo nel 2008 casa per casa in Iraq, sfondando diverse porte», racconta è stato sulle montagne dell’Afghanistan, riuscendo a proteggere un paio di generali mentre si trovava in zona di guerra. Nel 2014 si è congedato diventando bodyguard-contractor in una compagnia americana, la Loockheed Martin, occupandosi di sicurezza ed insegnando le tecniche di combattimento e le nozioni mediche agli ucraini. Michael ha raccontato le proprie esperienze di guerra proprio a Raffaele Iacovini e ad un gruppo di amici, soffermandosi sulla permanenza nella nazione dell’Est , avvalendosi nell’occasione come eccellente interprete del diciottenne studente liceale Filippo Valenti. L’ex militare statunitense con ascendenti calabresi, è stato in Ucraina fin dall’inizio del conflitto per farvi ritorno due settimane fa. In questo breve periodo trascorso in Italia accompagnato da Luigi Iacovini, figlio di Raffaele, ha avuto modo di viaggiare fino a Fagnano Castello per conoscere i suoi parenti, la famiglia Giacovini, (trasformazione di Iacovini). «La “tactical casualty care”, la medicina tattica da combattimento con approccio al militare ferito, il primissimo soccorso per suturare le ferite in attesa del ricovero ospedaliero, appresa durante le missioni si sta rivelando strategica in Ucraina», spiega Michael Mc Garrey che ha fatto parte dell’ austere medical relief group, addestrato principalmente per salvare vite umane in ambienti ostili. Ha operato fin qui in diverse città ucraine, soccorrendo e salvando tante persone, ha messo a disposizione tutte le proprie cognizioni anche per spiegare le nozioni di tipo si è comportato per le forniture in prima linea. Nella sua esperienza di guerra lui che ne aveva vissute ben altre, ha incontrato Anastasiia Crowley ed il marito, che lo hanno aiutato a capire meglio il popolo ucraino orientale e gli hanno dimostrato grande ospitalità. «Ci sono stati molti momenti dove non conoscendo le lingue, ho dovuto badare molto a me stesso - ha ammesso ed ho capito alcune modalità essenziali che le persone devono applicare. L’essere educati non passa inosservato, più dimostri rispetto verso gli altri e più probabilmente ne riceverai e si devono sempre anteporre i diritti ed i sentimenti del prossimo ai tuoi», racconta l’ex marines. Ora Michael sta scrivendo un libro che uscirà fra meno di due mesi ma che non ha per argomento le sue vicende di guerra ma dieci storie da lui scritte e raccolte in «Life’s memorable moments».•.

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