A Berlingo tra accuse e veleni sta arrivando il commissario

di Paolo Tedeschi
Il municipio di Berlingo: niente sindaco e nuove elezioni in primaveraBerlingo è l’unico dei diciassette paesi al voto a non avere un sindaco
Il municipio di Berlingo: niente sindaco e nuove elezioni in primaveraBerlingo è l’unico dei diciassette paesi al voto a non avere un sindaco
Il municipio di Berlingo: niente sindaco e nuove elezioni in primaveraBerlingo è l’unico dei diciassette paesi al voto a non avere un sindaco
Il municipio di Berlingo: niente sindaco e nuove elezioni in primaveraBerlingo è l’unico dei diciassette paesi al voto a non avere un sindaco

L’unica certezza è il commissariamento fino a nuove elezioni a causa del mancato raggiungimento del quorum (il 50% degli aventi diritto). Per il resto il quadro politico che emerge dall’esito, o meglio, dal mancato esito delle elezioni mette sul tavolo solo rebus da risolvere e nodi da sciogliere, in un clima di accuse, veleni e attacchi personali. Un clima figlio di una vittoria dell’astensione che non può non lasciare parecchio amaro in bocca all’unico candidato in lizza, Cristina Bellini (a poco serve la consolazione dei 186 voti in più raccolti rispetto al 2013). Ben 1.120 i cittadini (il 56% dei 1.997 aventi diritto) che hanno disertato le urne a fronte degli 877 (pari al 43,91%) che hanno partecipato alla consultazione, dei quali 817 hanno confermato la fiducia al sindaco uscente e alla sua lista «Berlingo virtuosa» (60 le schede non valide, delle quali 37 bianche), unica formazione politica in corsa visto che né la storica lista «Per un paese migliore», della quale per tanti anni è stato leader il compianto Dario Ciapetti e che nel 2013 sostenne Carlo Gandossi, né «Alleanza Democratica» hanno partecipato alla competizione. E ADESSO? Commissario a parte, che arriverà a breve e avrà il compito di traghettare il Comune fino alla prossima tornata elettorale utile (primavera 2019), in molti in paese si chiedono se tra un anno sarà sfida tra Bellini e Gandossi. «È ancora troppo presto per dire se mi ricandiderò, per prima cosa faremo delle approfondite valutazioni all’interno del gruppo», risponde in maniera stringata Bellini. «Io non mi candiderò perché ho 61 anni e dopo quattro decenni di impegno politico credo sia giusto lasciare spazio ai giovani - replica dal canto suo Carlo Gandossi - Di certo avvieremo un confronto all’interno della nostra lista e anche con Alleanza Democratica». Rebus da risolvere e nodi da sciogliere, si diceva, a margine di una tornata elettorale che ha rappresentato una sorta di plebiscito sull’operato di Bellini, vittoriosa cinque anni fa con un margine di 55 voti (613 a 576) proprio sulla lista «Per un paese migliore» di Carlo Gandossi, ex vicesindaco dell’ultima amministrazione Ciapetti. AMMINISTRAZIONE di cui faceva parte anche Cristina Bellini, in veste di assessore. Ma dopo la tragica scomparsa di Ciapetti, a fine 2012, i rapporti all’interno della storica civica si sono incrinati, tanto da arrivare alla rottura definitiva tra Bellini e Gandossi. Poi le elezioni del 2013, la vittoria di Cristina Bellini, i cinque anni di governo e infine la decisione di «Per un paese migliore» di non scendere in campo, affidando a un volantino, poco prima dell’apertura delle urne, il proprio pensiero: «Quando il non voto diventa voto». La proverbiale goccia che ha fatto traboccare l’altrettanto proverbiale vaso. «Il voto è indubbiamente la massima espressione della volontà dei cittadini e il momento più alto della vita politica collettiva in un Paese civile e democratico - si legge nel volantino distribuito - Quando però alle elezioni si presenta una sola lista come nel nostro paese, il cittadino può soltanto decidere se appoggiare o negare il sostegno alle persone candidate. L’ipotesi di un commissario che amministri temporaneamente il nostro Comune non deve spaventare, non è assolutamente vero che costa più di quanto percepiscono gli attuali amministratori; è una persona competente che sicuramente agirà in modo imparziale verso tutti i cittadini e certamente non farà meno di quanto fatto dall’attuale amministrazione. Infine, questa parentesi che può durare al massimo un anno, a chi volesse impegnarsi darà l’opportunità e il tempo di costruire un gruppo e dare alla nostra comunità un’alternativa migliore». Piccata, sempre tramite volantino, la reazione di «Berlingo virtuosa» e del sindaco Cristina Bellini. «È francamente ridicolo che Gandossi, dopo quasi trent’anni in amministrazione, dica di avere bisogno di un po' di tempo per formare un gruppo: cinque anni non gli sono bastati?». E ancora: «È stata una campagna elettorale anomala: dagli inviti al non voto, alle prese di posizione del parroco di Berlingo. Ma nessuno che abbia il coraggio e la voglia di mettersi in campo. Troppa fatica? Forse è più facile criticare? È un dato oggettivo che andare nuovamente a elezioni tra un anno è un ulteriore costo per il nostro Comune e dovremmo sostenerlo solamente per chi oggi non si è presentato e forse tra un anno lo farà?». La campagna elettorale è già iniziata (o forse non è mai finita). • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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