F-35 in ritardo,
Tornado in volo
fino al 2028

di Valentino Rodolfi
Una coppia di Tornado del 6° Stormo di Ghedi: attualmente sono inquadrati in tre gruppi di volo
Una coppia di Tornado del 6° Stormo di Ghedi: attualmente sono inquadrati in tre gruppi di volo
Una coppia di Tornado del 6° Stormo di Ghedi: attualmente sono inquadrati in tre gruppi di volo
Una coppia di Tornado del 6° Stormo di Ghedi: attualmente sono inquadrati in tre gruppi di volo

I bresciani continueranno a vedere i Tornado volare sopra le loro teste fino al 2028, e non fino al 2025, che era la data indicata dal precedente Documento di programmazione poliennale della Difesa come «fine-vita» dei i cacciabombardieri, entrati in servizio negli anni ’80 e oggi tutti (una quarantina quelli rimasti) concentrati nel 6° Stormo all’aerobase di Ghedi. La data di scadenza dei Tornado è stata dunque prorogata di almeno tre anni, non pochi per apparecchi di quella età: l’ultimo Panavia Tornado venne prodotto nel 1998 per l’aviazione saudita, mentre quelli italiani sono anche più vecchi. Il primo fu consegnato nel 1981. Nel 2028 avranno tutti più di 30 anni di vita operativa sulle ali, e insomma non è una buona notizia. Anche perché i Tornado sono, e resteranno più a lungo del previsto, gli aerei designati al trasporto delle famigerate atomiche B-61. Il motivo della proroga è presto detto: i nuovi F-35, destinati a sostituire i Tornado di Ghedi dal 2022, non arriveranno in tempo per un cambio della guardia puntuale. Troppo pochi e troppo tardi per mandare in pensione i Tornado alla data prevista. Altri tre anni, Poi si vedrà. Queste notizie sono infatti contenute nell’ultimo report pubblicato il mese dalla Camera dei Deputati relativo al programma F-35, dal quale si apprende tra l’altro che dal 2015 già 10 dei vecchi Tornado di Ghedi sono stati radiati e rottamati perché non più in condizioni di utilizzo.


IL PARADOSSO è che, nel frattempo, la Difesa ha appaltato (per 91 milioni 379 mila e 472 euro e 22 centesimi, su una base d’asta di 121 milioni di euro), la ristrutturazione dell’aerobase di Ghedi per accogliere gli aerei di nuova generazione che necessitano di una logistica apposita. Il capitolato d’appalto per la progettazione esecutiva e la costruzione delle strutture, assegnato all’impresa di costruzioni Matarrese Spa di Bari (l’azienda della famiglia dell’ex presidente della Federcalcio) richiede che tutto sia pronto per il luglio del 2022, quando appunto a Ghedi arriveranno gli F-35. Ma a quanto pare non è proprio così. Anzi: in pratica si sta costruendo la base per gli F-35, ma gli F-35 non ci sono e non ci saranno. Il report della Camera informa infatti che per quella data, il 2022, l’Italia disporrà al massimo di 28 aerei F-35, tanti sono quelli finora consegnati o già ordinati con tanto di contratto. Sottratti gli aerei destinati alla Marina per la portaerei Cavour, quelli per il reparto di addestramento di Amendola e i due che per contratto devono restare nell’aerobase multinazionale in America, nel 2022 a Ghedi di F-35 ne arriverà, secondo un calcolo ottimistico, non più di una dozzina. In pratica un solo gruppo di volo per sostituire gli attuali tre costituiti dai Tornado: il 154° «Diavoli Rossi» e il 102° «Paperi incazzati» muniti di cacciabombardieri Tornado Ids e il 155° «Pantere nere» minuti di Tornado Ecr per la guerra elettronica. Dovrebbe trattarsi di 30 o al massimo 40 apparecchi, che quei pochi F-35 non basteranno a sostituire e che, per questo, dovranno tirare la carretta ancora per un po’.

Suggerimenti