GRANDI OPERE & TERRITORIO

Appalti Tav, altro stop: per i sistemi di sicurezza non si trova un fornitore

di Valentino Rodolfi
La comunicazione di CepavDue sull’esito del bando. Deserta l'asta da 17 milioni di euro per realizzare gli impianti in galleria Era già successo per le rotaie e per lo scavo dei tunnel principali
Un cantiere dalla Tav tra Brescia e Verona
Un cantiere dalla Tav tra Brescia e Verona
Un cantiere dalla Tav tra Brescia e Verona
Un cantiere dalla Tav tra Brescia e Verona

Ci risiamo: si è inceppato di nuovo il «meccanismo» degli appalti per la Tav Brescia-Verona, con un’altra asta andata deserta, chiusa senza offerte. È la gara, totalmente snobbata dalle imprese del settore, per i sistemi di sicurezza delle gallerie. Una commessa da 17 milioni e 749 mila euro a base d’asta, precisamente denominata «Realizzazione dei sistemi elettromeccanici necessari per la gestione della sicurezza negli scenari di emergenza in galleria»: appalto che per ora, a queste condizioni, nessuno vuole. Lo comunica il consorzio CepavDue, che sta coordinando come general contractor la realizzazione della nuova super-ferrovia tra Brescia, Verona e Padova: «Al termine ultimo per la presentazione delle offerte, non è stata caricata al portale alcuna domanda di partecipazione alla procedura», è la comunicazione ufficiale.

Le gare andate deserte

Non è la prima volta, anzi, nell’ultimo anno erano andate deserte due gare d’appalto per la tratta Brescia-Verona. La più importante era quella per la fornitura delle rotaie e «materiale di armamento ferroviario», andata deserta due volte nel dicembre 2021 e aprile 2022, poi assegnata nell’aprile scorso al terzo tentativo, dopo il rialzo del 30% degli importi anche per far fronte al problema del caro materiali, principale motivo dei flop precedenti: inizialmente bandito per 60 milioni circa, l’appalto è stato assegnato per 78 milioni e 717 mila euro, su una base d’asta di 78 milioni e 794 mila euro: un ribasso irrisorio, dello zero virgola, sulla base d’asta.

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Altro appalto molto sofferto è quello per le barriere anti rumore, che proprio oggi arriverà alla proposta di aggiudicazione, dopo vari inciampi: inizialmente bandito per un importo di 19 milioni per chiudersi nel febbraio 2022, andò deserto e fu riproposto con una base d’asta di 31 milioni: oggi con le imprese offerenti convocati in seduta pubblica , dovrebbe concludersi quasi un anno e mezzo dopo il primo bando.

Ci sono dunque due costanti in queste gare d’appalto: uno la ritrosia delle imprese ad accollarsi commesse ricche (soprattutto dopo il ricalcolo degli importi al rialzo negli ultimi mesi) ma con margini ridotti stante il caro materiali; due la serie di ribassi irrisori sulla base d’asta. E adesso, il flop dell’ultima gara, quella per i sistemi di sicurezza in galleria, ci dice altre due cose: aumentare gli importi e vedere parzialmente rientrata la crisi del prezzo dei materiali non basta per dare maggiore efficacia alle procedure e invogliare le imprese a partecipare alla costruzione della Tav Brescia Verona Vicenza, al momento la maggiore e più importante opera pubblica in cantiere oggi in Italia.

Si era osservato del resto, nell’ultimo anno e mezzo, questo complesso fenomeno. Il caro-prezzi ha destabilizzato il settore delle costruzioni, paralizzando molte imprese e scoraggiando gli investimenti: è stato questo, secondo gli esperti del settore, il fattore determinante nella scarsa partecipazione alle gare. Basti pensare che in quasi tutti gli affidamenti non c’è stata di fatto competizione, visto che a formulare offerte è stata quasi sempre una sola azienda. Perciò anche i ribassi sulla base d’asta di ogni singolo affidamento sono stati irrisori, spesso dell’ordine dello zero virgola. Che cosa succederà adesso? Probabilmente la stessa cose delle altre volte: si rifarà il bando, presumibilmente alzando gli importi, e alla fine un’offerta congrua da un impresa munita dei requisiti arriverà di sicuro. •.

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