storie d'artigiani/26

Francesco Maestri: «Noi, falegnami da quasi 140 anni, abbiamo ancora tanti sogni e progetti»

di Giada Ferrari
Il 34enne, erede insieme alle sorelle Elena e Cristina della Falegnameria di Castenedolo, si racconta
Francesco Maestri Nell’immagine è con le sorelle Elena e Cristina: continua così una lunga tradizione di famiglia
Francesco Maestri Nell’immagine è con le sorelle Elena e Cristina: continua così una lunga tradizione di famiglia
Francesco Maestri Nell’immagine è con le sorelle Elena e Cristina: continua così una lunga tradizione di famiglia
Francesco Maestri Nell’immagine è con le sorelle Elena e Cristina: continua così una lunga tradizione di famiglia

Un viaggio nel tempo e nella maestria artigianale, una storia che oltrepassa i confini dei 130 anni di attività e si snoda tra intrecci generazionali e venature di essenze pregiate. A raccontarla è Francesco Maestri, 34 anni, erede, insieme alle sorelle Elena e Cristina, della Falegnameria Fratelli Maestri a Castenedolo. Un patrimonio artigianale e familiare che sta per raggiungere i 140 anni di storia.

Può raccontare da dove tutto ebbe inizio?
Ha iniziato il mio bisnonno, Aristide, nel 1887. Da una cantina la tradizione è passata di padre in figlio, facendosi bottega e poi espandendosi sempre più. Nel corso degli anni ci siamo trasformati in un’azienda, assumendo anche personale. Ora siamo io e le mie sorelle a gestire la falegnameria, insieme a nostra madre che si occupa dell’amministrazione, e circa 20 dipendenti e artigiani esterni.

Ha sempre saputo che questa sarebbe stata la sua strada?
Si. Fin da quando ero alle elementari, papà mi portava qui durante le vacanze estive. Il mio compito era passare il cacciavite ai ragazzi, insomma dovevo fare il “piccolo”. Poi alle superiori ho studiato da geometra, a cui sono seguiti tre anni di design e due di interior design, quindi a quei tempi lavoravo e studiavo. Sapevo già di voler venire qui, il lavoro mi è sempre piaciuto.

Cosa, in particolare, la appassiona?
Realizzare su misura, creare qualcosa come lo vuole il cliente e, ovviamente, vedere la soddisfazione quando consegni il lavoro finito. Tante soddisfazioni le raccolgo anche dagli amici che si affidano a me per le loro case.

Ora l’azienda è in mano a voi nipoti, avete apportato qualche modifica o innovazione?
Beh, la prima cosa che ho fatto è stata modernizzare la comunicazione, rifacendo il sito e le pagine social. Poi nel corso degli anni si era già avviato il processo di modernizzazione, passando dal fatto tutto a mano all’introduzione di macchinari innovativi che supportano il lavoro manuale.

Che cosa realizzate nel concreto?
Abbiamo quattro reparti: mobili, dove progettiamo e realizziamo internamente quasi tutto e una volta finito il lavoro il cliente può venire a vedere il risultato e, eventualmente, richiedere qualche modifica. Poi abbiamo il reparto serramenti, verniciature e assemblaggio.

E fate solo lavorazioni in legno?
Si, qualunque tipo di essenza, infatti continuo a fare campioni. Ne ho un’infinità e, non avendo un’esposizione perché realizziamo solo mobili e serramenti su misura, facciamo vedere solo i particolari e le finiture che potresti avere. Se non trovi nulla che ti piace posso procurarlo o realizzarlo. Poi faccio vedere le nostre case per capire come può risultare e ho anche dei clienti che ci aprono le porte di casa loro per aiutare chi deve scegliere.

Mentre gli altri materiali?
Arrivano da fornitori esterni, dalla ferramenta al negozio di elettrodomestici, ma anche artigiani del vetro e del marmo. Siamo sempre alla ricerca ci collaboratori validi.

Quindi non esiste una produzione in serie?
No, facciamo tutto su misura e a progetto, quindi ogni particolare lo studiamo e realizziamo noi, è unico ed è solo tuo. Inoltre, siamo un unico interlocutore che accompagna dal progetto al disegno esecutivo che va in macchina, fino alle finiture fatte tutte a mano e alle prove d’uso. Inoltre, i nostri prodotti sono tutti modificabili anche in futuro: puoi aggiungere o togliere parti. Nel limite del possibile questo è il vantaggio del su misura.

Quindi la macchina è di fatto un supporto?
È un ausilio: creiamo il disegno poi la macchina taglia, squadra e fresa. Il pezzo viene poi rifresato a mano, assemblato dai nostri operatori e verniciato con vernici ad acqua. In generale, sia nei materiali sia nei prodotti vernicianti e nelle colle, scegliamo quelli meno tossici.

Perciò c’è anche un’anima di sostenibilità?
Dove possibile si, anche di riuso. Ad esempio, i pezzi di scarto li diamo a una cooperativa di disabili per fare attività con i ragazzi, ci hanno regalato qualche loro oggetto. Mentre gli scarti di massello li tritiamo e li usiamo per scaldarci d’inverno.

Mi raccontava che le piace definirsi «il sarto della casa»...
È un’idea che mi è nata dall’impiallacciatura di legno, è molto sottile ed elastica e per lavorarla viene cucita a mano con un filo di colla scaldato e poi viene incollata sul legno. Inoltre, sottolinea il fatto che facciamo tutto su misura.

Con una storia così lunga com’è il rapporto con i dipendenti?
Beh, molti mi hanno visto nascere...quindi ho proprio vissuto l’evoluzione dell’attività. Il bello è il rapporto umano, ad esempio il sabato mattina c’è la processione dei pensionati che hanno lavorato qui e passano a bere il caffè, oppure in alcune ricorrenze ci portano i dolci. Altra cosa importante è la fiducia, anche i montatori sono nostri quindi ai clienti mandiamo in casa persone qualificate e sicure. La difficoltà sta invece nel trovare qualcuno di giovane che vuole fare questo lavoro.

E i clienti, come sono?
Si crea sempre quel bel rapporto di fiducia. Noi lavoriamo soprattutto con privati, ma anche con enti pubblici: abbiamo realizzato ospedali, hotel e collaboriamo con le cooperative come la Nikolayewka.

Sogni per il futuro?
Spero davvero che si possa continuare la tradizione. Alcune falegnamerie a noi vicine hanno chiuso perché manca il cambio generazionale. Io ora mi sposo, poi vedremo!

Suggerimenti