L’INDAGINE

Francesca morta per overdose: arrestati i fornitori della droga

di Mario Pari
Le indagini della Polizia hanno portato all’individuazione degli spacciatoriIl capo  della squadra Mobile della Questura di Brescia Roberto di Benedetto e il vice Marco Masia
Le indagini della Polizia hanno portato all’individuazione degli spacciatoriIl capo della squadra Mobile della Questura di Brescia Roberto di Benedetto e il vice Marco Masia
Le indagini della Polizia hanno portato all’individuazione degli spacciatoriIl capo  della squadra Mobile della Questura di Brescia Roberto di Benedetto e il vice Marco Masia
Le indagini della Polizia hanno portato all’individuazione degli spacciatoriIl capo della squadra Mobile della Questura di Brescia Roberto di Benedetto e il vice Marco Masia

Quella notte di morte è arrivata fino all’alba di ieri. Quando la Squadra Mobile della Questura di Brescia ha dato esecuzione a 5 misure cautelari, tutti arresti. Una questione di droga, di droga che ha ucciso e quindi un’indagine volta a capire da dove lo stupefacente arrivasse. Il conto maggiore, in termini di esistenza, pagato con la vita il 23 agosto scorso, è stato presentato a Francesca Manfredi 24 anni, stroncata da un mix di stupefacenti.

Penalmente, la posizione più grave è quella di Michael Paloschi, accusato di omicidio preterintenzionale. Sarebbe stato lui a iniettare l’eroina a Francesca, che prima di allora non si era mai «bucata». Quando questo è successo, la sera del 22 agosto, nella casa di Fornaci di Francesca, c’era anche un’amica della 24enne. Quello era il terzo giorno in cui nell’appartamento circolava droga. Ma per Francesca era la prima dose in endovena. Dose che andava ad aggiungersi a tutto quello che era stato assunto nei giorni precedenti, a partire dal 20 agosto. E anche quel 22 di agosto i tre amici, Francesca, l’amica e Michael Paloschi, avevano consumato ketamina e bevande alcoliche. Poi, la medesima sera, Francesca e Paloschi avevano consumato eroina.

La 24enne prima ne aveva fumato una parte, poi le era stata iniettata da Paloschi. Quella che sarebbe stata una prima e ultima volta. Poi i tre sono andati a dormire. È stato verso le 3.45 che i due amici di Francesca l’hanno sentita respirare in modo affannoso, rumoroso. Sono scesi a controllare e l’amica avrebbe voluto chiamare i soccorsi. Ma erano tornati a dormire anche perché Paloschi aveva rassicurato l’amica sostenendo che «si era iniettato una dose doppia di eroina: non ci sarebbero state conseguenze per Francesca». Nelle ore successive la situazione è precipitata. Alle nove, in particolare l’amica e Paloschi si sono avvicinati a Francesca e hanno dovuto prendere atto che non respirava.

Sono stati i minuti in cui i due hanno cercato di praticare i primi soccorsi. Ma anche quelli in cui Paloschi è corso a eliminare le due siringhe utilizzate gettandole in un cestino lungo la strada. Sarebbero poi state ritrovate dal personale della Mobile. Contestualmente arrivava al numero d’emergenza la chiamata in cui si chiedeva di portare soccorso. Per Francesca e i suoi 24 anni, non c’era più nulla da fare. Il referto medico stilato successivamente riferiva di una marcata positività a diversi tipi di stupefacenti. In quanto alle cause della morte, andava individuata in «arresto cardio- respiratorio terminale da acuta intossicazione di oppiacei e ketamina».

Le indagini della Mobile, coordinate dal pm Benedetta Callea, hanno preso le mosse dalla ricostruzione di quanto fosse accaduto la sera prima e i giorni antecedenti la morte di Francesca. Grazie anche alle intercettazioni è stato possibile risalire a sei persone coinvolte in un giro di spaccio, con sequestri significativi. C’è quello per esempio, di 3915 «trip», cartoncini imbevuti di metanfetamine allucinogena. Alla fine le misure cautelari, tra carcere e domiciliari, sono sei e una deve essere ancora eseguita all’estero. Ieri sono stati sequestrati anche 11 chili di ketamina, potentissima droga sintetica. •.

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