«Ginnaste maltrattate» Stefania Fogliata sospesa per un anno

di Paolo Cittadini
Stefania Fogliata, nella fotografia tratta da Instagram, durante un allenamento nella palestra di CalcinatoUno degli striscioni di solidarietà per Stefania Fogliata apparsi davanti alla palestra di Calcinato
Stefania Fogliata, nella fotografia tratta da Instagram, durante un allenamento nella palestra di CalcinatoUno degli striscioni di solidarietà per Stefania Fogliata apparsi davanti alla palestra di Calcinato
Stefania Fogliata, nella fotografia tratta da Instagram, durante un allenamento nella palestra di CalcinatoUno degli striscioni di solidarietà per Stefania Fogliata apparsi davanti alla palestra di Calcinato
Stefania Fogliata, nella fotografia tratta da Instagram, durante un allenamento nella palestra di CalcinatoUno degli striscioni di solidarietà per Stefania Fogliata apparsi davanti alla palestra di Calcinato

Mentre la giustizia ordinaria sta ancora indagando sui presunti abusi subiti dalle sue allieve, quella sportiva ha già preso una prima decisione nei confronti di Stefania Fogliata, l’istruttrice di ginnastica ritmica indagata per una serie di presunte vessazioni (fisiche e verbali) ai danni di alcune atlete della Accademia di Ginnastica ritmica Nemesi di Calcinato. Il Tribunale federale della Fgi (Federazione ginnastica italiana) nelle scorse ore ha disposto la sospensione per un anno nei confronti dell’allenatrice bresciana e per otto mesi nei confronti della società sportiva di Calcinato fondata e diretta dalla stessa Stefania Fogliata (in questo periodo di tempo non potranno dunque essere svolti gli allenamenti e anche l’attività agonistica rimarrà bloccata) per «responsabilità oggettiva nelle violazioni del Codice etico federale e del Codice di comportamenti sportivo del Coni». Il provvedimento sportivo si va a sommare alla misura dell’interdizione dall’attività professionale in Italia per un anno emessa dal gip di Brescia (su richiesta della procura) lo scorso gennaio. Maltrattamenti aggravati il reato contestato alla 31enne allenatrice bresciana dalla procura di Brescia che ancora non ha chiuso le indagini. Lo farà una volta depositati i risultati di alcuni accertamenti tecnici e medici chiesti nelle scorse settimane dalle parti. Davanti alla Giustizia sportiva, così come aveva fatto anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Brescia, la 31enne allenatrice bresciana ha respinto le accuse ammettendo «di aver soltanto interloquito, alcune volte, in maniera brusca e inopportuna con i genitori delle atlete, ma mai alla presenza di queste ultime». La difesa dell’istruttrice, ricordando che la misura cautelare interdittiva disposta dal gip è ancora valida, davanti alla magistratura sportiva ha ammesso di non avere avuto ancora la possibilità di accedere agli atti penali riservandosi di fare ascoltare la propria assistita «all’esito della conclusione delle indagini». Il provvedimento del Tribunale federale è arrivato a disporre la sospensione di 12 mesi nonostante «la scarna documentazione trasmessa dall’autorità giudiziaria per ragioni di segretezza e opportunità, nonostante la più ampia richiesta avanzata dalla Procura generale dello Sport». Otto le giovanissime atlete, hanno tutte tra i dieci e i quattordici anni, seguite da Stefania Fogliata. Agli inquirenti hanno raccontato i presunti abusi subiti all’interno della palestra di Calcinato dove si allenavano. A queste, nella scorse settimane, se ne sarebbero aggiunte altre che al sostituto procuratore titolare del fascicolo hanno ribadito le accuse fatte in precedenza dalle compagne di squadra. «Ha trasformato le giovani atlete in automi - scriveva il gip Francesca Grassani nell’ordinanza -. Dovevano accettare supinamente critiche feroci, insulti gratuiti, invasioni indebite della sfera privata e anche aggressioni fisiche».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti