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Insegnanti di sostegno, concorso flop: mancano i candidati. A Brescia sale la protesta

di Magda Biglia
In Lombardia si presentano in 250 per 4.500 posti per infanzia e elementare. E per settanta specializzandi della Cattolica arriva un’amara beffa: sparito dal Milleproroghe l’articolo che permetteva loro l’inserimento diretto in ruolo

Mancano gli insegnanti di sostegno e sono 100 mila, almeno, i precari in Italia che si stanno occupando di alunni in difficoltà; in pochi, insufficienti, si candidano al concorso, ma centinaia di specializzandi con esperienza didattica alle spalle non avranno il posto.

L'emergenza

Resta un problema grave quello dei docenti di sostegno che, non solo si inserisce nel quadro della non stabilità degli insegnanti, ma grava su una fascia particolarmente fragile degli studenti.

Si chiude domani, 18 marzo, il periodo degli scritti del concorsone per tutti i gradi scolastici, ma nelle regioni dove ci sono pochi posti si sono iscritti in tanti; e in quelle con più posti, Lombardia in testa, gli aspiranti sono scarsi.

Il "nodo" sostegno

Questo accade in generale ma il nodo è soprattutto per il sostegno: se guardiamo all’infanzia, per una cattedra ordinaria sono 4.641 i candidati per 117 posti, per il sostegno i candidati sono 84 per 440 posti. Peggio va alla primaria, dove si cimentano in 6.384 per 1.884 posti comuni, ma 171 candidati per 4.111 posti di sostegno: per fare un paragone che parla da solo, in Sicilia per 21 posti sono alla prova in 5.538. Alle medie lombarde si sono presentati in 530 per oltre 2 mila posti. Va meglio unicamente alle superiori in cui 122 posti sono disputati da 1.434 prof.

Per ora i dati sono regionali, perché regionale è il concorso, con ripartizioni successive, però vuol dire che a Brescia, se tanti saranno i promossi, visto che l’85 per cento ha superato gli scritti e al netto dell’alta percentuale di aspiranti non visti, resteranno vacanti molti posti di ruolo. Ma non resteranno vuoti solo quelli a tempo indeterminato, saranno ancora traballanti le migliaia a tempo determinato e verranno, come sempre, nominati laureati in altre discipline in cerca di lavoro.

L’anno scorso a Brescia i precari erano circa 4 mila, quasi la metà di sostegno, perché lungo il corso dell’anno si aggiungono le cosiddette nomine in deroga per le continue certificazioni che, per norma, vengono assegnate solo ai precari. Centomila in Italia nel 2023-24 ha fatto sapere il ministero che ha espresso, invece, la sua soddisfazione per l’inusuale alta percentuale di scritti approvati.

Il blocco degli abilitati

Ma, a fronte di questa debacle sul sostegno, che cosa succede ad aggravare la situazione? Ci sono in Italia centinaia di insegnanti di sostegno con alle spalle anni di esperienza con i disabili, a tutt’oggi in classe, che si sono iscritti ai corsi di specializzazione nelle università, Tfa, tempo e costi notevoli. A Brescia sono in 70 che frequentano la Cattolica.

A loro non è stato concesso di fare il concorso perché non ancora specializzati; ma da qualche anno c’era un articolo di legge (ex art. 59) che consentiva loro di entrare in ruolo man mano che finivano, inserimento a pettine. Questo articolo è però stato abrogato, o dimenticato, nel Milleproroghe; quindi quando saranno pronti, saranno precari come prima e peggio di prima, superati anche da non specializzati. Avranno studiato, pagato, non sapendo come andava a finire, beffati in corso d’opera.

Danni trasversali

Con un danno, dicono, non solo per loro, ma anche per i ragazzini che seguono, visto che saranno costretti a fine anno a lasciare la cattedra in attesa di altra destinazione, mentre chi è di ruolo rimane per tre anni. In tutta Italia ci sono state manifestazioni, particolarmente numerose a Roma e Milano, con appello persino al Pontefice; a Brescia si è formato, come a livello nazionale, un coordinamento che si batte contro quella che è ritenuta grave ingiustizia.

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