la nomina

Istituto zooprofilattico, dopo 17 anni torna sotto la guida di un bresciano: Giorgio Varisco nominato direttore

di Cinzia Reboni
Due le priorità attuali: l’influenza aviaria e il contenimento della peste suina africana

Dopo 17 anni l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna sarà guidato da un bresciano. Il Pirellone ha affidato l'incarico di direttore generale a Giorgio Varisco. L'ultimo bresciano ai vertici dell'Izlers era stato nel 2007 Ezio Lodetti.

La carriera di Varisco

Varisco è nell'istituto dal 1990; fino al 2011 ha diretto il reparto Produzioni zootecniche, poi è stato nominato direttore sanitario e direttore generale pro-tempore fino al 2020. Laureato in Medicina veterinaria a Parma, specialista in Tecnologie e igiene delle carni e in Diritto e legislazione veterinaria, sostituisce Piero Frazzi, che ha cessato il servizio al 31 dicembre, e Giuseppe Merialdi, direttore sanitario che ha diretto pro-tempore l’Istituto Zooprofilattico di Brescia.

Dal 2020 al 2023 Varisco si è occupato della direzione delle strutture complesse di Lodi-Milano e in seguito di Bergamo-Sondrio-Varese, nonché della Direzione dipartimentale delle sedi territoriali Izsler della Lombardia. Specialista europeo in sicurezza alimentare (ECVPH), ha partecipato a prestigiosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali e svolto attività di docenza in corsi post-laurea nelle Università di Milano, Parma e Napoli.

Cresciuto nell'Istituto zooprofilattico

«Sono cresciuto professionalmente all'Istituto Zooprofilattico, di cui conosco bene tutte le dinamiche – spiega Varisco -. Ho contribuito anch'io alla crescita di una delle realtà più importanti d'Italia, ed il mio obiettivo è quello di sviluppare l'attività dell'Izsler a sostegno dell'attività pubblica veterinaria in collaborazione con Regioni e ministero della Salute. Ma soprattutto voglio rilanciare l'attività di ricerca in campo nazionale ed internazionale, con l'Organizzazione mondiale della sanità animale, la Fao e l'Oms. Infine, quella che viene definita l'ottica One Health, cioè la sanità che riguarda uomo, animale e ambiente, dove quest'ultimo è uno dei focus molto importanti nell'attività di ricerca perchè è un po' la “cenerentola” della triade”».

Le priorità

Varisco spiega che «su questo filone, ma soprattutto in alcune zone della Lombardia e dell'Emilia Romagna, nell'ambito dell'attività di controllo degli animali selvatici e delle malattie dei pesci, e dallo studio dei patogeni che questi animali hanno, si può monitorare lo stato ambientale».

L'Istituto Zooprofilattico di via Bianchi è un'eccellenza a livello internazionale. Come sviluppare questo ruolo? «Abbiamo centri di referenza importanti e collaborazioni con organismi come appunto la Fao o il Woah, World organisation for animal health». «Allo stato attuale - prosegue Varisco - ci sono due priorità: l'influenza aviaria, che alla luce del patrimonio di capi non consente di abbassare la guardia, ma soprattutto il contenimento della peste suina africana, che è una patologia che stiamo temendo di più per i potenziali danni sull'economia della filiera suinicola. La minaccia per ora è confinata nei cinghiali della zona di Pavia, ma va adottata ogni misura affinchè la malattia non venga trasmessa al suino domestico e negli allevamenti intensivi, perchè questo significherebbe compromettere tutto il mercato della salumeria italiana, che è un'eccellenza a livello mondiale. Un'eventuale presenza della peste suina africana nei nostri allevameti significherebbe la chiusura delle frontiere commerciali».

Il problema della Psa

Come dunque si sta muovendo su questo fronte l'Izsler? «Con gli efficaci strumenti di prevenzione e contrasto: Regione Lombardia sta facendo molto per contenere la malattia ed il ministero è, come si dice, sempre sul pezzo». Ci sono rischi per la nostra provincia? «Noi troviamo quotidianamente cinghiali positivi nella zona dell'Appennino pavese, ma i cinghiali non sono animali che si muovono molto. Il problema è circoscritto, ma bisogna fare di tutto per diminuire la popolazione e contenerne la diffusione e lo spostamento», conclude il direttore generale bresciano.

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