Its, la formazione
post diploma
si presenta

di Magda Biglia
Un momento dell’incontro sugli Its con studenti e imprenditori
Un momento dell’incontro sugli Its con studenti e imprenditori
Un momento dell’incontro sugli Its con studenti e imprenditori
Un momento dell’incontro sugli Its con studenti e imprenditori

Un appello: «Cambiamogli il nome». Tutti d’accordo con Delia Campanelli, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale: gli Its, istituti tecnici superiori, sono poco conosciuti e scambiati per una scuola secondaria di secondo grado. Invece, ultimi arrivati nel sistema formativo, sono istruzione terziaria tecnologica post diploma, gestiti da fondazioni con la presenza degli imprenditori che hanno fortemente spinto per la necessità di figure volte all’innovazione. Con gli imprenditori e le loro associazioni, nelle fondazioni ci sono varie scuole, le Province, i Comuni, le università. I docenti sono universitari, scolastici, imprenditori. I percorsi, di quattro o sei semestri, comprendono una quota consistente di stage e tirocini nelle aziende; il diploma è riconosciuto a livello europeo, il V dell’Eqf. Il tasso di occupazione, coerente con gli studi, dopo un anno è superiore all’85 per cento. IN LOMBARDIA esistono 20 Fondazioni Its per un totale di 60 corsi erogati in questo anno scolastico. Nel 2017 sono usciti 1135 tecnici del futuro, il 30 per cento del Paese, con 792 diplomati e 600 occupati nel triennio. Nel periodo 2011-17 sono stati investiti 13 milioni di risorse Miur e 16 di risorse regionali. Ieri al Centro congressi Capretti, in un evento promosso da Aib e Apindustria, si sono presentati a studenti, genitori, presidi i quattro Its presenti nel territorio. Tutta bresciana è la Fondazione Machina Lonati, presieduta da Ettore Lonati, con sede in via Tommaseo; soci fondatori il professionale Canossa, l’accademia Santa Giulia, il gruppo Foppa, l’università Statale, la Provincia, la Lonati spa e la sua fondazione, la Santoni spa. I corsi sono per stilista tecnologico, marketing, design di accessori della moda, fashion retail confinanziato da Calzedonia. Ci sono poi fondazioni Its con corsi nel bresciano, in cui compaiono le associazioni imprenditoriali e le imprese bresciane. Sono Its Lombardia Meccatronica che ha un corso al Cerebotani di Lonato; la Fondazione Rizzoli che aprirà nel 2019-20 un corso all’Artigianelli; Fondazione per le Nuove tecnologie per la vita che è bergamasca e ha due progetti su Brescia in sede da destinarsi. «La Lombardia è la più avanti, deve fare da traino all’Italia» ha sostenuto ieri Campanelli. «Da Roma non è ancora arrivato il budget ma la Regione ci crede e continuerà a sostenere gli Its. Abbiamo deliberato 1,5 milioni per la comunicazione, per fare conoscere meglio questa opportunità» ha aggiunto Emanuel Piona dal Pirellone. CRITICO si è mostrato Giuseppe Pasini, leader Aib, sulle mosse del Governo «che ha tagliato i fondi per la formazione e ha diminuito l’alternanza, esattamente al contrario della Germania». «Se parte dei soldi per il reddito di cittadinanza fossero stati destinati alla formazione, puntando al lavoro, il messaggio per i giovani sarebbe stato ben diverso. Per troppo tempo i mondi della scuola e del lavoro non si sono parlati, oggi il trend si è invertito, noi vogliamo fare la nostra parte ma il Paese deve darci una mano» ha sostenuto il presidente. Douglas Sivieri, presidente di Apindustria, è parso meno entusiasta dell’alternanza, «non sempre fatta bene», ma ha stimolato i ragazzi a una scelta che aprirà loro il mercato. «Abbiamo bisogno di tecnici e bisogno di formazione. Con quota 100 ci saranno pensionamenti e posti liberi, ma mancheranno gli esperti per accompagnare i nuovi. Chi frequenta gli Its avrà una marcia in più» ha rimarcato. •

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