le indagini

Omicidio Bozzoli, chiusa l’inchiesta bis. La procura: Maggi ha preso parte al delitto

di Paolo Cittadini
L’operaio avrebbe aiutato Giacomo Bozzoli nel delitto. Contestata la falsa testimonianza ad Alex Bozzoli e al dipendente Abu

«Mario Bozzoli è morto, ucciso nella ditta di famiglia a Marcheno dal nipote Giacomo poco dopo le 19.15 dell’8 ottobre 2015 con la complicità dei due operai addetti al forno Giuseppe Ghirardini e Oscar Maggi, grazie alla connivenza di Aboyage Akwasi e del fratello Alex».

Così la corte d’assise di Brescia ricostruiva l’assassinio di Mario Bozzoli nelle 270 pagine di motivazioni della sentenza di primo grado con cui è stato condannato all’ergastolo Giacomo Bozzoli, il nipote dell’imprenditore svanito nel nulla l’8 ottobre di 9 anni fa. Secondo i giudici, Mario Bozzoli sarebbe stato ucciso nella fonderia di famiglia e il suo cadavere sarebbe stato gettato in uno dei forni dell’azienda di Marcheno.

Una ricostruzione che venerdì 30 settembre 2022, alla lettura della sentenza di condanna, aveva portato i giudici della corte d’assise a disporre la trasmissione degli atti in procura affinché valutasse la possibilità di procedere nei confronti di Oscar Maggi per concorso in omicidio e distruzione di cadavere, e di Alex Bozzoli e dell’altro operaio, il senegalese Aboyage «Abu» Akwasi per falsa testimonianza. Nulla, ovviamente, era stato disposto per Giuseppe Ghirardini, il cui corpo senza vita era stato trovato domenica 18 ottobre 2015 a Case di Viso, in Valcamonica.

Secondo gli inquirenti l’operaio si sarebbe ucciso avvelenandosi con una capsula contenente cianuro. Sul coinvolgimento di Maggi e Ghirardini sono sicuri anche i giudici di secondo grado. «L’omicidio è stato commesso in un ristretto ambito spaziale e temporale in cui gravitavano, oltre all’imputato, unicamente Giuseppe Ghirardini e Oscar Maggi», si legge nelle motivazione della sentenza di condanna nei confronti di Giacomo Bozzoli (i suoi legali hanno già depositato il ricorso in Cassazione) emessa lo scorso 17 novembre dalla corte d’assise d’appello di Brescia.

Ricostruzione confermata

A distanza di quasi due anni e mezzo dalla decisione della corte d’assise la procura di Brescia ha chiuso le indagini. E lo fatto sposando la ricostruzione fatta dai giudici di primo grado. Per gli inquirenti, quindi, Maggi avrebbe partecipato all’omicidio di Mario Bozzoli mentre Alex Bozzoli e Abu (la loro posizione è stata stralciata da quella di Oscar Maggi) con le loro dichiarazioni avrebbero cercato di «depistare» le indagini.

I tre indagati, dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, hanno 20 giorni per chiedere di essere sentiti dagli inquirenti o di poter depositare una memoria. Poi la procura potrà esercitare l’azione penale chiedendo il loro rinvio a giudizio oppure decidere di archiviare (difficile, però, che possa succedere) la loro posizione. Già nei mesi scorsi, era dicembre 2023, Oscar Maggi era stato sentito in procura in relazione a questa inchiesta bis. Davanti agli inquirenti, però l’operaio 47enne si era avvalso della facoltà di non rispondere. Niente interrogatorio invece per Alex Bozzoli e Abu che nel frattempo si è trasferito a Londra anche se a Pasqua sarebbe tornato in Italia. I due potranno, però, chiedere di essere sentiti nei prossimi giorni.

Nuova chiusura indagini

Non è la prima volta che Maggi, Alex Bozzoli e Akwasi sono coinvolti nella vicenda. Era già accaduto nel dicembre del 2015 quando la procura generale, che nel frattempo aveva avocato l’inchiesta sulla scomparsa del 52enne, aveva chiuso le indagini contestando il reato di omicidio ai due fratelli Bozzoli e quello di favoreggiamento a i due operai. Nel 2020 la stessa procura generale aveva però chiesto il rinvio a giudizio per il solo Giacomo Bozzoli, mentre per gli altri tre indagati aveva avanzato la richiesta (accolta) di archiviazione. Ora arriva la nuova decisione della procura che potrebbe portare i tre (seppur in due processi diversi) davanti al giudice per rispondere dei reati che gli vengono conte

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