in tribunale

Omicidio di Nuvolento, disposta perizia psichiatrica dell'imputata Raffaella Ragnoli

di Redazione web
La donna nel gennaio del 2023 uccise a coltellate il marito Romano Fagoni

Accolta la richiesta da parte della difesa su una perizia sulla capacità di intendere e di volere dell'imputata Raffaella Ragnoli, la donna che nel gennaio del 2023 uccise a coltellate il marito Romano Fagoni. Un omicidio avvenuto nell'abitazione in cui vivevano, a Nuvolento. 

La Corte d'assise di Brescia ha affidato al dottor Giacomo Filippini, psichiatra, l'incarico di eseguire la perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere dell'imputata. "Un perito - ha detto il presidente della Corte d'assise - per capire se al momento del fatto la donna fosse in grado di intendere e di volere e, in caso di vizio parziale, ne stabilisca il grado, dando descrizione di eventuali precedenti clinici". Gli esami inizieranno il 7 maggio prossimo nel carcere di Verziano dove la donna è detenuta. Anche la parte civile e la difesa hanno nominato proprio consulenti. Si avranno a disposizione 90 giorni per depositare la perizia.

L'omicidio 

Nell'udienza in Corte d'Assise di marzo l'imputata ha ricostruito i fatti:

«Il giorno dell'omicidio, la mattina siamo andati al mercato. Alle 15 è uscito per questioni sue, è tornato alle 18 ma sapevo che aveva bevuto - ha raccontato -. Ho visto che aveva una birra sul tavolo. Una volta a casa ha iniziato a urlare, imprecare perché non trovava il telefono. Quando l'ho trovato ha ricominciato a urlare. Poi è arrivato mio figlio e ci sono stati problemi per le sigarette. Quando ho controllato la pizza in forno si è rotto un vetro, e lui diceva che era colpa mia».

Il figlio dunque, del quale in una precedente udienza è stato ascoltato un drammatico audio, «è intervenuto, voleva calmarlo. Lui lo ha insultato dicendogli che non era un uomo, nemmeno un mezzo uomo. Pensavo che sarebbe successo qualcosa, litigavano. Lui gli diceva: "Vuoi vivere o morire?"».

Ragnoli ha raccontato allora di essersi girata e avere visto il marito che puntava coltello alla gola del ragazzo. «A quel punto mi sono alzata, pensavo lo ammazzasse. Ero vicino al ceppo, ho preso un coltello e gliel'ho puntato. Lui mi rideva in faccia, io poi - ha ammesso - l'ho colpito alla gola mentre era seduto e io in piedi». «Continuo a pensarci, non mi capacito di essere stata io. Ma ho avuto paura che le minacce quella volta le avrebbe messe in atto».

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