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Rincari e nuovi timori: vacanze all'estero solo per 1 bresciano su 5

di Magda Biglia
Chi parte oltreconfine preferisce l’Europa a causa dell’instabilità internazionale. Si vola vicino e soprattutto si resta in Italia, con il Nord che ha la maggiore attrattività

Per i bresciani e gli italiani le ferie non sono più quelle di una volta. I turisti se ne vanno meno con le valigie colme, restano meno a lungo nelle destinazioni raggiunte e soprattutto si dirigono meno all’estero. Dopo una ripresa nel 2022 che aveva fatto bene sperare, nel 2023 i viaggi sono rimasti stabili restando così ancora parecchio inferiori al pre covid 2019. I viaggi nell’anno sono stati 52 milioni, il 27% meno del 2019, che diventa meno 35 per cento se si considerano i viaggi lontano dall’Italia.

Lo certificano i numeri del report Istat sul turismo degli italiani l’anno scorso, numeri che peggiorano nell’ultimo trimestre e paiono per ora confermati dalle prime rilevazioni di un 2024 geopoliticamente ancora più instabile. Nel corso dei mesi estivi, quelli prevalenti per gli spostamenti - scrive il rapporto - le vacanze anche per i bresciani diminuiscono del 12,6%: il numero di chi ha fatto almeno una partenza tra luglio e settembre scende al 31,5 per cento, contro il 35,8 del 2022, il 37,8 del 2019, e la metà di queste vacanze dura anche meno di una settimana, chiamate «lunghe» solo per differenziarle dal week end o dalle fughe nei «ponti». E all’estero ci è andato un bresciano su 5, con destinazione all’80% europea: i Paesi più visitati nell’anno sono stati Spagna, Francia, Germania. Tra le mete extra- europee compaiono Egitto, Stati Uniti, Marocco.

In Italia si preferisce l’alloggio privato, in affitto o da parenti, mentre fuori si privilegia l’albergo e la stragrande maggioranza delle prenotazioni dirette avviene via web: «Tutto è più caro, aerei, treni, pullman, oltretutto introvabili; pure i low cost scompaiono nei periodi densi, così il viaggio oltre i confini è al massimo uno solo all’anno e sempre più corto - dice Angelo Losio, titolare dell’agenzia “Viaggiare&conoscere“ a Leno che organizza anche pacchetti e tour di gruppo -. Anche il mar Rosso, ora al centro dei timori, aveva già cambiato target, non più così abbordabile. Se poi si aggiungono le incertezze e le paure, la quota internazionale scema. Tireremo le somme alla fine, perché a frenare gli entusiasmi incombono ormai anche le disdette, ma pare proprio che sia così, l’Italia è la preferita, Veneto, Campania, Lazio, Toscana, Puglia. Roma poi ripartirà alla grande con il Giubileo» dice.

Il target

Le vacanze al mare in Italia sono state più scelte di quelle all’estero; le altre attività, quali i trattamenti di benessere, il volontariato, la pratica di hobby, le visite ai parchi del divertimento, la partecipazione a eventi sportivi, gli spostamenti per studio o formazione; sebbene aumentate rispetto al 2022, non hanno recuperato il gap dovuto alla pandemia, ferme al 5 per cento del totale dei movimenti. Però durante le ferie estive del relax sono apparse amate le visite a città e borghi, ai siti storici o archeologici, la ricerca enogastronomica, di spettacoli e manifestazioni, seppure ancora inferiori di circa un terzo rispetto all’estate pre- pandemica.

Tutto questo soprattutto in Italia: dopo il periodo dei divieti altri fattori negativi, i prezzi dei trasporti svettati, le guerre, l’inflazione frenano ancora un rilancio del movimento turistico dei nostri connazionali verso paradisi esotici. Tante le località italiane che sono ambite: il Nord rimane l’area del Paese con più potere attrattivo, con il 38% dei viaggi, 48 delle vacanze, il 39% dei viaggi di lavoro. La Toscana è la preferita, seguono, Emilia- Romagna, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Trentino Alto Adige, che contano il 60 per cento del totale degli itinerari vacanzieri, mentre per lavoro e per la neve si va in Lombardia e Lazio. Differenti sono i punti di partenza nel Paese: dal Nord si sposta uno su quattro, dal Centro uno su cinque, dal Sud uno su dieci, mentre i fenomeni riguardano tutte le età.

Non solo si va poco in giro, dicono i dati 2023, ma un turista su dieci passa il tempo al computer. «L’ampia diffusione del lavoro da remoto in questi anni ha permesso a molti di combinare due elementi storicamente contrastanti, la vacanza da un lato e il lavoro dall’altro, alimentando un fenomeno definibile come workation o holiday working. Prima del virus, questo era limitato ad alcune tipologie di liberi professionisti, ora pare diventare una possibile nuova tendenza nel settore», dice ancora il rapporto Istat.

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