Silvia vince il mezzofondo
della solidarietà

di Luciano Ranzanici
Silvia Spadacini in corsa
Silvia Spadacini in corsa
Silvia Spadacini in corsa
Silvia Spadacini in corsa

Luciano Ranzanici

La notizia del grandissimo gesto compiuto da Silvia Spadacini nel luglio di due anni fa a Roma durante i campionati europei di atletica leggera dei disabili fece letteralmente il giro del mondo: lei, atleta mezzofondista della Polisportiva Disabili di Valle Camonica presieduta da Gigliola Frassa, rallentò a pochi metri dal traguardo della finale dei 1500 metri, lasciando vincere la medaglia di bronzo all’amica Angela Galluzzi.

QUELLA SCELTA le valse il prestigioso World Fair Play Diploma del Comitè International pour le Fair Play, che le fu consegnato a Kazan, nella repubblica del Tatarstan della Federazione Russa. Poi, a pioggia, ottenne altri riconoscimenti (in Valle Camonica la premiarono tra gli altri il Panathlon e il Comune di Niardo con il Sant’Obizio).

La giovane di Astrio, figlia di Tomaso Spadacini, fra i fondatori negli anni ‘70 del’Anffas di Valle Camonica, è interprete dei valori educativi e l’emblema dell’integrazione e dell’inserimento dei disabili nella società attraverso lo sport, cavalli di battaglia dell’associazione per la quale gareggia. Silvia è anche e soprattutto una giovane donna sensibile e attiva, che dopo aver affrontato con forza la scomparsa della mamma, ha scelto da anni di «prendere casa» alla Cooperativa Arcobaleno: qui negli alloggi protetti della onlus presieduta da Angelo Farisoglio si è integrata alla perfezione, ha saputo e voluto garantirsi la propria indipendenza e riesce a esprimere appieno tanta voglia di fare e di essere, con un’ occhiata alla pista d’atletica.

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