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La frana non fa più paura: riaperta la strada del Vo’ a Desenzano

di Alessandro Gatta
Nonostante lo smottamento non fosse esteso gli accertamenti per garantire la sicurezza sono durati un mese

Missione compiuta nonostante gli ostacoli che hanno scandito i lavori di ripristino. La strada del Vò ha riaperto prima di Pasqua. Transito libero alle auto, ai pedoni e ai ciclisti già quando è arrivata la revoca dell'ordinanza di chiusura temporanea rimasta in vigore per quasi un mese, dal 2 marzo scorso, lo smottamento si era verificato la sera prima.

«Sulla scorta della relazione dei geologi incaricati della verifica del dissesto del versante collinare del Monte Corno – scrive il comandante della Polizia locale di Desenzano, Marco Matteo Mensi – risulta possibile, allo stato attuale, la riapertura del tratto stradale alla viabilità ordinaria, ad esclusione degli stalli di parcheggio sottostanti l'area oggetto di dissesto».

La misura

L'area interessata dalla caduta di materiale si estende per poche centinaia di metri quadrati: per motivi di sicurezza, e visti i precedenti (nel 2014 una frana travolse perfino un'auto in transito, a bordo una ragazza, per fortuna senza gravi conseguenze), via Vò era stata chiusa al traffico sia veicolare che pedonale nel tratto compreso tra il chiosco comunale e il civico 19. Non senza disagi: parliamo comunque della principale via d'accesso al lungolago per chi va e chi viene da Padenghe e dal lido di Lonato.

L'incarico di valutazione era stato assegnato (per circa 2.500 euro) alla geologa Rosanna Lentini: oltre alla relazione sull'attualità del dissesto, è stato predisposto anche un progetto di «individuazione puntuale dei lavori di sistemazione e messa in sicurezza della scarpata».

L'intervento

L'intervento, già programmato, era stato rimandato per il perdurare del maltempo. «Finché non smette di piovere non possiamo intervenire», aveva detto il sindaco Guido Malinverno. Le forti piogge delle ultime settimane sono state la causa scatenante lo smottamento del versante, che è fragile da sempre ma ancora di più nell'ultimo decennio a seguito della rimozione di numerose piante, operazione su cui al tempo non erano mancate le polemiche.

Anche stavolta il Comune è stato costretto a intervenire repentinamente, «considerato – si leggeva nell'ordinanza poi revocata – il pericolo costituito dallo smottamento, che può essere ancora aggravato dalle perturbazioni atmosferiche». Ma ora il peggio è passato.

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