il progetto

Desenzano, per l’ex Federal Mogul c’è un contro-piano: «Un parco e case per i residenti»

di Alessandro Gatta
Dal centrosinistra una proposta alternativa a quella avanzata da privati

Un grande parco, parcheggi pubblici sotterranei, residenze per giovani, anziani e disabili (e un pizzico di edilizia libera), spazi per la formazione professionale: sono le pillole di «Un quartiere per i desenzanesi», progetto presentato dalla coalizione di centrosinistra nel pieno del dibattito sul futuro dell'ex Federal Mogul, area industriale dismessa da oltre 31 mila mq (di cui 22 mila coperti) in via Marconi, alle porte della città.

Da problema a opportunità

Svuotata ormai da più di un decennio, da quando i macchinari furono portati in Polonia cessando l’attività a Desenzano, l'ex fabbrica è attualmente in fase di bonifica dagli inquinanti accumulati in decenni di produzione industriale. L’area con tutti i fabbricati è stata venduta per 4 milioni di euro a una società immobiliare di Salò e i privati hanno già presentato una bozza di progetto, preliminare a dir poco, che prevede la realizzazione di due grattacieli da 13 piani e 40 metri d'altezza, ad uso residenziale e direzionale, più un altro edificio da 3 o 4 piani ad uso direzionale e commerciale. Questa sarebbe la proposta, sui dettagli della quale fra l’altro c’è ancora il più stretto riserbo.

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Ma il sindaco, interpellato in Consiglio comunale, ha però negato che via sia almeno per ora la volontà di modificare la destinazione d'uso dell'area, ancora vincolata ad attività produttiva: se ne parlerà forse a bonifica conclusa.

Un quartiere tutto nuovo

Intanto arrivano le proposte del centrosinistra: «Un quartiere per i desenzanesi – si legge in una nota firmata da Pd, Progetto Futuro, Azione, Psi e Viviamo Desenzano – è la sintesi di un progetto in cui convivono aree verdi, parcheggi, residenze e servizi. Terminata la bonifica, siamo favorevoli al cambio di destinazione per una rigenerazione urbana che sia un mix di residenziale, verde e servizi: netta la contrarietà a nuovi centri commerciali».

Sul fronte abitativo, si suggerisce «una residenzialità leggera per anziani autosufficienti o per disabili e abitazioni per giovani in ottica di co-housing»: ma anche «una quota di edilizia libera che porterebbe risorse al Comune per realizzare un grande teatro o centro congressi».

I servizi: un polmone verde da 10 mila mq e ampi parcheggi pubblici sotterranei, nuovi collegamenti pedonali e ciclabili, perfino “spazi per la formazione artigianale e professionale con cui tenere viva la memoria industriale dell'area».

Il Collettivo contro i grattacieli

Ma sull'ex fabbrica interviene anche il Collettivo gardesano autonomo: «Quando occupammo l'ex Fili Legnami nel dicembre 2016 – scrivono gli attivisti – Guido Malinverno e Pietro Avanzi, oggi sindaco e assessore, si dissero d'accordo con le motivazioni ispiratrici della protesta. In Consiglio comunale si dissero favorevoli anche all'idea di realizzare un grande parco. Invece oggi si parla del progetto faraonico delle due torri. A chi vive il quartiere spetta ora dare un segnale di forte dissenso - è la posizione del Collettivo - verso un modello di sviluppo ormai insostenibile». 

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