il femminicidio

Yana Malayko, corpo ritrovato nelle campagne tra Castiglione e Lonato: le tappe del dramma

di Alessandro Gatta
Il cadavere della 23enne scomparsa dal 20 gennaio era nascosto sotto un cumulo di sterpi. In carcere con l'accusa di omicidio premeditato e aggravato e occultamento di cadavere, è finito l'ex Dumitru Stratan.
Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo di Yana Malayka al confine tra Lonato e Castiglione
Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo di Yana Malayka al confine tra Lonato e Castiglione
Ritrovato il corpo della 23enne - OnlyCrew

Ore 15.15 del 1° febbraio, , ai confini tra Lonato e Castiglione: nascosto tra foglie e rovi, avvolto in un fagotto di stoffa, abbandonato da giorni di fronte a un pilone di cemento, in una strada sterrata in mezzo alle campagne di Valle, alle spalle del vivaio Zanoni e di fianco alla centrale elettrica, a due passi da via del Benaco, la provinciale che collega le province di Brescia e Mantova. È qui che è stato ritrovato il cadavere di Yana Malayko, la ragazza ucraina di 23 anni probabilmente uccisa dall’ex fidanzato Dumitru Stratan la notte tra il 19 e il 20 gennaio: il 33enne moldavo è già in carcere, accusato di omicidio volontario premeditato e aggravato e di occultamento di cadavere.

Il corpo è stato individuato dai carabinieri, insieme a un gruppo di volontari

Dopo quasi due settimane di ricerche (Stratan non ha mai rivelato dove avesse occultato il corpo) l'epilogo della ricerca: i militari avevano accerchiato la zona grazie all’incrocio delle celle telefoniche relative agli spostamenti del 33enne, che all’alba del 20 gennaio avrebbe caricato il corpo della giovane sulla sua Mercedes, tra l’altro rimasta impantanata nei campi di via Albana, poco lontano, inquadrato dalle telecamere mentre trasportava un grosso sacco uscendo dall’appartamento di Yana.

Ritrovato il corpo della 23enne - OnlyCrew

Il cane usato come trappola mortale

Il 33enne ha finto  che il cane (condiviso con Yana quando stavano insieme) stesse male, la ragazza gli ha aperto e lui così l’avrebbe uccisa. Il corpo di Yana Malaiko verrà sottoposto già stamattina ad autopsia: ieri pomeriggio né i carabinieri né la magistratura (sul posto il procuratore capo di Mantova Emanuela Fasolato, oltre al criminologo forense Gianni Spoletti) hanno rivelato nulla sulle condizioni del corpo.

L’ipotesi è che sia stata strangolata oppure accoltellata

Stamattina, intorno alle 9, sono attesi i Ris nell’appartamento in cui Yana conviveva con Cristina, la sorella del presunto killer, nello stesso palazzo del bar Event Coffè, di proprietà di Cristina Stratan, dove Malaiko lavorava. E’ stata proprio la sorella a denunciare per prima la scomparsa di Yana: il fratello Dumitru le avrebbe infatti confessato di averla uccisa. «Ho ucciso lei come lei ha ucciso me», avrebbe detto il 33enne: la mattina del 20 gennaio avrebbe confessato l’omicidio anche a un amico.

Yana Malaiko sarebbe stata uccisa dopo le 2.30 di quella notte del 20 gennaio

E' circa a quell’ora che risalgono gli ultimi messaggi inviati ad Andrej, il ragazzo con cui aveva una relazione e con cui era stata a cena, la sera prima, a Lonato. Alle 5.15 Stratan viene ripreso mentre si affaccia dall’ascensore: trascina con sé il fagotto in cui a quanto pare era avvolta Yana, già morta. L’avrebbe caricato in macchina e sarebbe poi tornato in casa: intorno alle 8 viene inquadrata la sua Mercedes che esce dall’ingresso carraio del condominio. Infine il viaggio in via Albana, durante il quale potrebbe aver nascosto il corpo. Il resto è una tristissima storia.

Dumitru, in carcere, continua a non parlare

Le  confessioni alla sorella e all’amico sono le uniche parole dette dal 33enne. Dopo l’arresto, gli interrogatori sono sempre stati a scena muta.

Il padre di Yana ha partecipato alle ricerche della figlia
Il padre di Yana ha partecipato alle ricerche della figlia

Nella zona battuta per giorni, il ritrovamento del corpo alla presenza del padre

Le ricerche per giorni si sono estese tra  Castiglione e Lonato. La mobilitazione dei volontari, la fiaccolata di sabato, gli appelli disperati della madre di Yana (che vive in Canada) e del padre Oleksander Sasha Malaiko. C’era anche lui ieri pomeriggio, accompagnato dal suo avvocato: lacrime e grida a smorzare il silenzio della morte, il dolore che si fa incontenibile. In un attimo di lucidità riesce a parlare con i giornalisti: «Spero che la giustizia italiana faccia quello che è giusto, faccia quello che deve». •.

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