IN TRIBUNALE

Uccise il marito a coltellate: processo immediato

Raffaella Ragnoli colpì a morte Romano Fagoni. È in carcere dal 29 gennaio: a novembre il processo in assise
Carabinieri sul luogo dell'omicidio
Carabinieri sul luogo dell'omicidio
Carabinieri sul luogo dell'omicidio
Carabinieri sul luogo dell'omicidio

Direttamente a processo: gli elementi di cui dispone l’accusa, sono tali da bypassare l’udienza preliminare, la richiesta di rinvio a giudizio e quindi, nel mese di novembre ci sarà il processo davanti alla Corte d’assise.

La vicenda

Nel caso in questione l’imputata è Raffaella Ragnoli, 57 anni, di Nuvolento, paese in cui il 28 gennaio scorso avvenne un terribile delitto: al termine di un diverbio le diverse coltellate vibrate da Raffaella Ragnoli non avevano lasciato scampo al marito Romano Fagoni

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Era l’ora di cena e a tavola era seduto anche il figlio della coppia, un ragazzo di 15 anni che, a quanto si è appreso, aveva assistito più volte a tensioni domestiche tra madre e padre. Tensioni che mai, però, sarebbero sfociate in un coltello impugnato e usato per colpire mortalmente. Proprio il ragazzo, però, involontariamente, avrebbe ricoperto un ruolo fondamentale nella degenerazione delle tensioni: la madre, infatti si è sempre difesa spiegando d’avere agito nella convinzione di dover difendere il figlio, secondo lei in pericolo, in considerazione dello stato d’ira del coniuge. A quanto pare, anche sulla base di quanto avrebbero riferito i vicini, gli effetti delle tensioni familiari, più volte sarebbero stati uditi all’esterno dell’abitazione.

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Ma proprio in quei giorni marito e moglie sarebbero usciti a cena, in una pizzeria non lontana dalla loro abitazione. E nessuno avrebbe colto segnali di tensione. Ma forse c’era qualcosa che covava in silenzio nell’animo e nella mente della donna, che in quel sabato sera di gennaio non sarebbe riuscita a gestire la complessità emotiva della situazione.

Lei non si è mai sottratta alle proprie responsabilità: ha fornito la propria versione dei fatti, ha consentito di trovare l’arma. Ha anche ribadito tutto nell’interrogatorio di convalida del fermo nell’istituto di pena di Verziano, dov’è rinchiusa dal giorno successivo al delitto. Una fredda domenica di gennaio in cui Nuvolento s’interrogò per cercare di capire quali segnali non fossero stati colti.

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