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Via libera alla Castella 3 ma la battaglia dei cittadini prosegue

di Cinzia Reboni
Autorizzata dalla Provincia la discarica di rifiuti da 905 mila metri cubi. L'ira di Rezzato e Buffalora
Una manifestazione contro la discarica
Una manifestazione contro la discarica
Una manifestazione contro la discarica
Una manifestazione contro la discarica

La notizia non ha colto nessuno di sorpresa. Si aspettava soltanto l'ufficialità, ma la rabbia di amministratori e comitati è esplosa ugualmente per il ruolo ambiguo svolto dalla Provincia. Sei mesi dopo la conferenza di servizi decisoria di inizio ottobre, il Broletto ha rilasciato l'autorizzazione all'apertura della Castella 3 di Rezzato. Un cimitero di rifiuti - per la precisione 120 mila tonnellate conferite annualmente, per una volumetria complessiva pari a 905 mila metri cubi, la metà di quelli previsti nel progetto Castella 2 bocciato nel 2020 dal Consiglio di Stato -, nell'area al confine con Buffalora.

Una decisione annunciata, contro la quale i Comuni e le associazioni che si sono finora battuti contro il progetto sono pronti a dare ancora battaglia, impugnando ancora una volta il via libera. Il sito, a circa 600 metri dall'autostrada A4, «è caratterizzato dalla presenza di cemento e attività di gestione rifiuti, sia attive che dismesse, localizzate principalmente nei comuni di Rezzato e Castenedolo - si precisa negli atti della Provincia -. Gli agglomerati edilizi più vicini all'area, costituiti da fabbricati industriali, si trovano ad una distanza di circa 600 metri, mentre il villaggio residenziale di Buffalora è a 700 metri».

Una distanza che non rispetta nemmeno la distanza minima stabilita (mille metri) dai «siti sensibili» come la materna Bonomelli e la scuola statale Bellini. Il progetto parla di «recupero funzionale di un sito, in precedenza interessato da attività estrattiva, con un impianto integrato per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi, comprendente attività di deposito preliminare dei rifiuti in ingresso, del percolato e delle acque meteoriche di prima pioggia».

Autorizzata anche la costruzione e l'esercizio di un nuovo impianto di produzione di energie da fonti rinnovabili e la concessione alla derivazione di acque sotterranee a un nuovo pozzo. Ma il fronte del no non arretra, sottolineando come il Broletto abbia agito come un «consulente» dei proponenti, consigliando durante un iter interminabile le modifiche da attuare per ottenere il via libera.

Le reazioni

«Proseguiremo con coerenza la nostra battaglia contro la discarica attraverso le vie legali - annuncia l'assessore di Rezzato Maurizio Franzoni -, con la consapevolezza che il tentativo è sempre più in salita, perchè il progetto è stato nel tempo "affinato". Possiamo dire che tutti i nostri sforzi, pesanti e molto onerosi, hanno portato almeno ad un miglioramento del provvedimento, anche se si tratta di una magra consolazione». «Con poche o tante chances, andremo avanti - conferma il sindaco di Borgosatollo Giacomo Marniga -, provando a far valere le ragioni di buon senso per fermare questo ennesimo tentativo di aggirare gli ostacoli per arrivare a obiettivi che non si conciliano con le esigenze dei cittadini».

«Abbiamo 60 giorni di tempo per depositare il ricorso, e bisognerà procedere in modo spedito perchè i Comuni di Rezzato, Castenedolo e Borgosatollo, andranno al voto a giugno - sottolinea l'assessore all'Ambiente della Loggia Camilla Bianchi -. Ma questa partita importante da chiudere».

Il consigliere della Loggia Fabio Capra esprime tutto il suo disappunto «per un'autorizzazione concessa dopo la sonora bocciatura del Consiglio di Stato di 4 anni fa del precedente progetto. Garda Uno non ha fatto nessun passo indietro, continuando per anni a portare avanti la pretesa di trasformare una cava dismessa in una discarica di quasi 1 milione di metri cubi di rifiuti ai margini della città. La popolazione di Buffalora continuerà la lotta in difesa del territorio e del Parco delle Cave, che è ormai una realtà consolidata. Per quanto mi riguarda - aggiunge Capra - farò in modo che le autorità competenti verifichino i costi di consulenze e progetti che Garda Uno, società pubblica, ha dovuto sostenere per arrivare a questa nuova richiesta». Anche i comitati continueranno ad affiancare il Comune di Rezzato nel ricorso al Tar, come conferma il presidente del Codisa Francesco Venturini.

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