«Non perdono chi ha ucciso mia moglie»

di Alessandro Gatta
Anna Maria Zippone: una delle due vittime dell’incidente di Sirmione
Anna Maria Zippone: una delle due vittime dell’incidente di Sirmione
Anna Maria Zippone: una delle due vittime dell’incidente di Sirmione
Anna Maria Zippone: una delle due vittime dell’incidente di Sirmione

«Ci eravamo separati, ma eravamo ancora una famiglia unita: insieme ci prendevamo cura dei bambini. Ero con lei e i nostri figli al luna park anche poche sere prima di quel maledetto mercoledì».

Antonio Pagliara non si dà pace pensando all’incidente che ha ucciso la moglie Anna Maria Zippone, la madre dei suoi due figli Nicolas e Noemi, di sette e dieci anni. Con la barista 37enne di Sirmione ha perso la vita anche Gaia Botticchio, una bimba di 10 anni figlia di Rosanna Prosciutto, l’amica del cuore di Anna Maria. Sono trascorsi nove giorni dallo schianto che ha distrutto due famiglie. «Sono stato io a dirlo ai miei figli – racconta Antonio Pagliara –. Ho dovuto spiegargli che la loro mamma era morta. Il piccolo Nicolas non l’aveva ancora capito, forse anche adesso pensa sia un brutto sogno. Ma la mia Noemi è una ragazza intelligentissima, ha visto sua madre morire. Non potrà mai dimenticare quella scena che la segnerà per sempre. Ora sapete perché non potrò mai perdonarlo».

Il riferimento è ad Alban Kodra, il 21 anni di Castiglione delle Stiviere arrestato con l’accusa di omicidio stradale plurimo: era ubriaco quando al volante ha tamponato l’utilitaria con a bordo mamme e bambini. Rischia fino a 18 anni di carcere.

«HO FATTO una promessa a me stesso, e alla mia famiglia – continua Antonio Pagliara –. Lo perseguiterò fin quando non sarà fatta giustizia. Quale padre o marito lo perdonerebbe? Nulla sarà più come prima per colpa sua».

Antonio Pagliara non contiene la sua rabbia: «Se me lo trovassi davanti, non so cosa gli farei. Ha polverizzato la mia vita e quella dei miei figli: ha ucciso la loro mamma».

Solo il ricordo della moglie riesce a calmarlo. «Anna Maria era una persona eccezionale, una mamma esemplare, un modello di valori - afferma -. Figli e lavoro, questa era la sua vita. Si sacrificava ogni giorno, per non far mancare niente a Nicolas e Noemi. Era bella, bellissima: ci sentivamo tutti i giorni, ci vedevamo sempre. La notte quasi non dormo più. E se penso ai bambini, sto ancora peggio». Nicolas e Noemi appena dimessi dall’ospedale sono tornati a casa dai nonni materni. «Abbiamo deciso di farli stare là, di comune accordo - spiega il papà -. A Sirmione hanno gli amici, la scuola: sono cresciuti a Lugana, è giusto che a Lugana rimangano. Almeno per ora. Quello che conta adesso è che stiano bene. Sono sempre stato un papà presente, e lo sarò sempre».

Il pensiero di Antonio va alle tante persone che gli sono state vicino in questa dolorosa prova. «No smetterò mai di ringraziarli - osserva -. Mi riferisco al sindaco Alessandro Mattinzoli. E poi agli amministratori, agli psicologi e agli psichiatri dell’ospedale di Desenzano. E ancora tutta alla comunità di Lugana, al parroco don Sergio, alle maestre delle elementari. Senza il loro affetto e il loro aiuto saremmo stati inghiottiti da questo dolore abissale».

SUL FRONTE GIUDIZIARIO, la famiglia di Anna Maria Zippone si è affidata agli avvocati Alberta Fioretti di Desenzano e Antonino D’Alessandro di Castiglione. Sulla dinamica dell’incidente non ci sono più dubbi. «Tutto è successo all’altezza di Rovizza – spiega Antonio Pagliara –. Mia moglie andava forse ai 70 all’ora, ma dico forse: è sempre stata una prudente in macchina, soprattutto con i bambini. Sono stati tamponati in pieno dalla Seat Altea, che viaggiava ai 140 all’ora. Non so come ha fatto ma non li ha visti: sull’asfalto non ci sono segni di frenata».

Anna Maria e Gaia sono morte sul colpo. Noemi è invece scesa dalla macchina, ed è andata andata dritta dal giovane accusato di aver provocato l’incidente: gli si è messa davanti, in lacrime. Parlando della mamma gli avrebbe detto di aiutarla, di liberarla dalle lamiere. «Guarda cosa hai fatto, guarda cosa hai combinato. Perché andavi così veloce?», ha urlato al 21enne albanese.

Domani, nella chiesa di Lugana, sarà celebrata una messa in suffragio delle vittime e raccolti fondi da devolvere alle famiglie.

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