LA TRAGEDIA

Quindicenne ucciso dal treno, lo strazio della madre e degli amici: «Ma come è stato possibile?»

di Simona Duci
Le drammatiche testimonianze dei passeggeri: «Abbiamo iniziato a pregare insieme perché si salvasse»
I carabinieri del nucleo Radiomobile della Compagnia di Chiari mentre effettuano il sopralluogo in stazione
I carabinieri del nucleo Radiomobile della Compagnia di Chiari mentre effettuano il sopralluogo in stazione
I carabinieri del nucleo Radiomobile della Compagnia di Chiari mentre effettuano il sopralluogo in stazione
I carabinieri del nucleo Radiomobile della Compagnia di Chiari mentre effettuano il sopralluogo in stazione

Fa freddo alla stazione di Chiari. Ma chi ha assistito all’incidente costato la vita al 15enne Shala Elion, urtato e ucciso dal treno mentre cercava di attraversare i binari per raggiungere l'uscita della stazione di Chiari, sente un gelo ancor più grande dentro.

Non dimenticherò mai la disperazione in quelle voci

«Ero nella sala d’aspetto e attendevo il treno per Milano con mio marito che doveva partire, - racconta Maria di Chiari –: hanno fermato subito il treno. C’erano dei ragazzini che urlavano, non dimenticherò la disperazione di quelle voci. Inizialmente non ho capito cosa fosse successo. Mi sono sporta sulle rotaie e poi l’ho visto. Non si muoveva. È stato terribile. Quei ragazzi erano sotto shock, fissavano il vuoto, piangevano. Non potrò mai dimenticare quella scena. I medici si sono prodigati, i presenti quasi spontaneamente hanno cominciato a pregare a voce alta nella speranza che si riprendesse. Per me, che ho una figlia di 17 anni, è stato come se ci fosse lei sdraiata li a terra».

Viaggiavamo sullo stesso convoglio: erano allegri e tranquilli

«Non ci sono parole per un dramma del genere – afferma Pietro un passeggero sceso dallo stesso convoglio dei ragazzi –: li ho visti sul convoglio, tutti e quattro. Erano allegri e tranquilli, come lo sono del resto tutti i ragazzi di quell’età. Sono poco più che bambini, non capisco come possa essere successo. Penso a quel ragazzo e allo strazio della sua famiglia. Sono sconvolto».

Uno degli amici di Shala ripete come un mantra con tono di voce crescente fino a scoppiare in lacrime: «Ma come ha fatto? Ma come ha fatto? Ma come ha fatto». All’ingresso un centinaio di parenti e amici della famiglia sono rimasti, ad attendere per tutto il tempo che la salma di Shala Elion venisse ricomposta. Si stringono uno all’altro, cacciano i fotografi e i giornalisti, vogliono rispetto.

In quella folla però ci sono anche alcuni dei passeggeri del treno, che sono rimasti in stazione perché i treni sono stati cancellati e alle 20.45 stavano cercando di capire se sarebbero ripartiti. La madre di Shala è accasciata a terra, non vuole smettere di vegliare il corpo figlio. Poi la convincono ad alzarsi e la sorreggono in cinque, per accompagnarla fuori dalla stazione. Quando il carro funebre arriva all’ingresso alle 21, per trasportare il corpo all’obitorio lo accerchiano. In tanti formano come uno scudo di protezione. Tutto è finito e i treni ripartiranno qualche ora più tardi. Ma per un ragazzino e per le persone che gli volevano bene, la vita si è fermata per sempre alla stazione di Chiari. 

La salma di Shala Elion è stata restituita ai famigliari. Secondo i primi rilievi effettuati, del gruppo di amici appena scesi dal treno da Romano in due hanno provato ad attraversare i binari: uno ha desistito, mentre il 15enne è stato urtato e sbalzato sul marciapiede. 

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