Tragedia nel lago:
annegano 2 giovani
Salva la loro amica

di Alessandro Romele Giancarlo Chiari
I Vigili del fuoco ed altri soccorritori sul luogo degli annegamenti Oppong Kwabena aveva 23 anni
I Vigili del fuoco ed altri soccorritori sul luogo degli annegamenti Oppong Kwabena aveva 23 anni
I Vigili del fuoco ed altri soccorritori sul luogo degli annegamenti Oppong Kwabena aveva 23 anni
I Vigili del fuoco ed altri soccorritori sul luogo degli annegamenti Oppong Kwabena aveva 23 anni

Un tuffo in allegria fra amici si è trasformato in un’immane tragedia nelle acque di Marone. Una 19enne del Ghana residente a Palazzolo si è salvata per miracolo, i suoi compagni di nuotata sono morti dopo una breve agonia in ospedale. Le vittime sono Oppong Kwabena 23enne residente a Bergamo e Onwumere Adusei Mensah, di due anni più giovane che viveva a Rezzato.

Il dramma si è consumato poco dopo le 11,30 di ieri nelle acque antistanti il parco di Villa Vismara. I due ragazzi deceduti facevano parte di una comitiva di sette amici che via Facebook si erano dati appuntamento sul lago d’Iseo per trascorrere il sabato insieme.

LA DINAMICA della duplice disgrazia è ancora al vaglio dei carabinieri della stazione di Marone e dei colleghi della Compagnia di Chiari: stando alla prima ricostruzione i due giovani e la loro amica, pur non essendo provetti nuotatori, sono entrati in acqua alla foce del torrente Bagnadore, in un tratto del litorale particolarmente insidioso in cui, percorsi pochi passi, il fondale precipita improvvisamente a 45 gradi raggiungendo una profondità di dieci metri.

Nel punto più critico, la ghiaia è franata sotto il peso dei tre giovani che improvvisamente sono scivolati nella «buca»: colti dal panico i ragazzi e la loro amica hanno cominciato ad annaspare, trascinandosi l’uno con l’altro verso il fondo.

LA 19ENNE CON LA FORZA della disperazione è riuscita a mettersi in salvo e le sue grida hanno fatto scattare l’allarme. In pochi minuti sulla spiaggia di Marone sono arrivati i vigili del fuoco di Sale Marasino, Sarnico e Darfo Boario Terme, oltre al Gruppo sommozzatori di Montisola. Dopo una ricognizione di dieci minuti i sub hanno individuato i corpi: quello di Onwumere era adagiato a due metri e mezzo di profondità a dodici metri dalla riva, quello dell’amico a dieci. Nelle operazioni di soccorso si è rivelata ancora una volta strategica l’idroambulanza di Camunia soccorso con due sub sempre pronti sul gommone di stanza nel porticciolo di Carzano, messo a disposizione dal Comune di Montisola.

I sub sono arrivati in pochissimi minuti in una lotta disperata contro il tempo: un operatore già pronto grazie alle indicazioni fornite si è immerso subito individuando i due ragazzi che ripescati e portati a riva, non davano segni di vita.

I medici delle eliambulanze decollate dal civile di Brescia e dall’ospedale di Milano, supportati da un sub rianimatore e dagli operatori della postazione dei volontari di Sale Marasino, sono riusciti a far ripartire il cuore di entrambi. Poi, a bordo dell’elicottero sono stati trasferiti nei centri di rianimazione: il filo della speranza si è però spezzato in breve tempo.

Nonostante il prodigarsi dei medici rianimatori, alle 14 Oppong Kwabena è deceduto nel Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Un’ora più tardi, nell’ospedale di Lecco è morto Onwumere Adusei Mensah. Saranno gli accertamenti medico-legali e le indagini dei carabinieri, che hanno raccolto decine di testimonianze fra le persone presenti sulla spiaggia al momento del duplice annegamento, a fare piena luce sulla disgrazia su cui la Procura ha aperto un’inchiesta.

Il doppio decesso riporta drammaticamente alla ribalta la necessità di un presidio fisso del Sebino con una motovedetta dell’Arma e sub esperti, in grado di intervenire subito per garantire maggiore sicurezza.

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