clima e ambiente

Estate bollente: in un mese il ghiacciaio dell'Adamello ha perso tre metri di spessore

di Claudia Venturelli
In poco più di due anni il ghiacciaio dell’Adamello ha perso 15 metri di spessore e negli ultimi giorni si sono registrati 14° sulla Punta Venerocolo
Prosegue il monitoraggio sul ghiaccio dell'Adamello sulla Punta Venerocolo
Prosegue il monitoraggio sul ghiaccio dell'Adamello sulla Punta Venerocolo
Prosegue il monitoraggio sul ghiaccio dell'Adamello sulla Punta Venerocolo
Prosegue il monitoraggio sul ghiaccio dell'Adamello sulla Punta Venerocolo

Il caldo torrido degli ultimi dieci giorni ha fatto registrare 14 gradi anche sulla Punta Venerocolo in Adamello. Un record non certo da festeggiare (ha superato quello del luglio 2022) se si pensa che con questi ritmi basterà mezzo secolo per vedere il ghiacciaio scomparire del tutto.

I rilievi


L’ultimo allarme arriva dalle nuove misurazioni del progetto ClimAda in corso sul Pian di Neve. «Siamo di fronte a un fenomeno impressionante specchio dell’emergenza legata ai cambiamenti climatici –osserva Lino Zani, promotore del progetto frutto di un’articolata partenrship pubblico-privata -. Il tubo che abbiamo calato nel buco di 230 metri era fuori di quasi trecento centimetri. Vuol dire che dall’ultima misurazione ad oggi - ed è passato solo un mese - sono spariti 3 metri di ghiaccio».

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Le proiezioni


In poco più di due anni il ghiacciaio dell’Adamello ha perso 15 metri di spessore. In questi anni la sua fisionomia è cambiata a vista d’occhio mostrando la formazione di nuovi laghi dove prima c’erano solo blocchi di acqua solidificata. A volte basta una settimana, proprio come l’ultima, per vederlo completamente diverso. Ormai il bianco candido dell’inverno è un ricordo: in questo momento, lasciata alle spalle la settimana torrida, è una distesa nera, con crepacci ovunque. Una nemmeno troppo lenta agonia che riguarda indistintamente tutti.

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«Abbiamo potuto registrare verso i 40 metri di profondità una forte deformazione –spiega Maddalena Ferrario, ricercatrice Coherentia-, che sta a significare che la parte superficiale del ghiacciaio sta andando a una velocità differente rispetto a quella più in basso. Questo può essere giustificato dal fatto che una delle creste del gruppo dell’Adamello in realtà qui sotto continua e in qualche modo fa da barriera».

Il progetto potrà beneficiare di nuovi finanziamenti soprattutto dai principali sostenitori sono Regione e Fondazione Cariplo. I 224 metri di carota di ghiaccio conservati all’EuroCold Lab dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca permetteranno di ricostruire il clima degli ultimi mille anni. Si potranno analizzare gli effetti della Prima Guerra Mondiale, che si è combattuta anche sull’Adamello, del disastro di Chernobyl o di grandi incendi.

Lo scenario


Ma proverà anche ad immaginare il futuro, che già qui ed ora ha bisogno di azioni per fermare il cambiamento climatico. «Abbiamo scoperto che in fondo ai 230 metri non ci sono né acqua né roccia ma morena –conclude Lino Zani -. Vuol dire che al tempo qui non c’era ghiaccio. Adesso cercheremo di andare a carotare il sottosuolo per dare una data certa al periodo».

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